2014

Italia, Marchisio: «C’è solo da lavorare»

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Il centrocampista azzurro e bianconero parla dell’Italia 2.0

Una carriera vissuta sin dal primo giorno in netta ascesa, fino ad arrivare oggi al top (o quasi): il centrocampista della Juventus Claudio Marchisio si è raccontato in questi giorni per TopSalute, in edicola, parlando molto di sè, della propria vita e dei paragoni. A inizio carriera qualcuno lo paraganova a Marco Tardelli, un paragone lusinghiero visto che Tardelli era stato l’uomo della provvidenza al Mondiale dell’82. Marchisio ha parlato però tanto soprattutto della nuova Italia: una nazionale che ricomincia da zero. 

IO CHE SONO PRINCIPE – Così “il Principino”: «I paragoni all’inizio sono sempre belli, fanno piacere… Marco Tardelli, oltre a essere un amico, è stato un grandissimo calciatore della Juventus e della Nazionale. Però poi, man mano che passa il tempo, ognuno dovrebbe essere giudicato per ciò che ha costruito nel corso della sua carriera, senza dover necessariamente essere paragonato a qualcun altro». Tutto molto vero, tutto molto giusto: del resto Marchisio quell’etichetta di “nuovo Tardelli” orami se l’è tolta da un po’. 

FALLIMENTI – L’ultima fallimentare spendizione Mondiale brucia ancora al centrocampista: «Sono momenti difficili per tutti: il nuovo allenatore ha un compito molto difficile, che va al di là del raggiungimento di un risultato in gara. Il c. t. ha anche il compito di ricreare il legame tra la gente e la squadra. Nonostante i buoni presupposti, il Mondiale non è andato bene, quindi dobbiamo rimboccarci le maniche tutti quanti, sia l’allenatore che noi giocatori, e impegnarci per riportare il nostro Paese a essere uno dei più importanti al mondo». Tutti lo sperano, anche perchè il tempo inesorabile passa per tutti, anche per un “Principino”

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