Hanno Detto
Italia, Donadoni: «Poca cattiveria agonistica, ma niente disfattismi»
L’ex c.t. della Nazionale Donadoni ha parlato del momento delicato dell’Italia di Mancini
Roberto Donadoni, che in carriera ha vestito anche i panni del c.t. della Nazionale, in una intervista a La Repubblica ha parlato del momento delicato dell’Italia di Roberto Mancini.
ECCESSI – «Non concepisco gli eccessi. Può darsi che all’Europeo la squadra abbia avuto qualche situazione anche un po’ favorevole, però non è che adesso ci sia da essere disfattisti. Purtroppo nel calcio trovare equilibrio è sempre più complicato».
IRLANDA – «A Belfast non è stata una delle sue migliori partite, però il risultato pesava e tra l’altro anche un 2-0 a conti fatti non sarebbe bastato, contro una squadra che non ha mia preso gol nelle qualificazioni».
DIFETTI – «La poca cattiveria agonistica. So che cosa può passare per la testa in certi momenti. Escludo che sia dipeso dalle motivazioni, semmai ho notato una condizione fisica inferiore rispetto al solito. E forse, facendo un po’ meno la partita, avremmo avuto più sbocchi».
PLAYOFF – «Niente catastrofismi, la squadra è valida e si giocherà le sue carte con avversarie altrettanto desiderose di andare al Mondiale. A proposito, il Portogallo è nelle nostre stesse condizioni e mi rifiuto di pensare che lo dobbiamo evitare: sarebbe già partire un po’ sconfitti, un segno di debolezza. Lo spirito di rivalsa ci deve fare pensare che possiamo battere chiunque».
RIGORI – «Il rigore è una questione mentale: il fatto che lo abbia voluto tirare lui significa che voleva scacciare un po’ i demoni del rigore sbagliato prima. Certo, calciarlo meglio forse avrebbe cambiato le cose, anche se non eravamo stati così superiori alla Svizzera. Ma è ancora tutto nelle nostre mani».
IMMOBILE – «Ha il gol nel sangue, faccio fatica a pensare che una Scapa d’oro non riesca a segnare in Nazionale. Sono mancati 4 giocatori importanti: lui, Verratti, Chiellini e Spinazzola, che ha la dote di provare l’uno contro uno, di affondare e saltare l’uomo».