2015

Italia convincente solo in Norvegia e Croazia, le due sfide più toste

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Rubrica “Italia Anno Zero”: azzurri ad un passo dalla qualificazione ad Euro 2016. Cosa funziona e cosa non va

Rispetto alla sfida con Malta non è poi cambiato molto: nulla nel risultato, con l’Italia che batte di misura la Bulgaria ancora una volta senza incassare gol, poco nella prestazione. Senz’altro preferibile rispetto a quanto si è visto a Firenze, ma oggettivamente non occorreva chissà cosa: decide un calcio di rigore trasformato da De Rossi ed i sorrisi arrivano dalla – quella sì positiva – situazione di classifica del raggruppamento che include gli azzurri.

LO STATO DELL’ARTEGruppo H: Italia 18, Norvegia 16, Croazia 14, le altre sono tagliate fuori dai discorsi validi per la qualificazione al prossimo campionato europeo. Lì dove accederanno direttamente le prime due compagini dei gironi eliminatori, passando per gli spareggi invece quattro delle nove terze classificate: evitare questa trafila è l’imperativo e, con la situazione in essere, agli uomini di Conte basterebbe vincere in Azerbaigian per guadagnarsi matematicamente l’accesso ad Euro 2016. A mantenere invece vivo il raggruppamento è la situazione pendente della Croazia: il ricorso per il punto di penalizzazione inflitto in seguito ai fatti di Spalato dello scorso 12 giugno – Croazia-Italia, sul prato fu riscontrato il disegno di una svastica – è stato presentato e l’eventuale restituzione del punto con ogni probabilità terrebbe aperti i giochi fino all’ultima giornata. Questo perché viene logico pensare che nella penultima tornata di qualificazione Norvegia e Croazia possano facilmente sbarazzarsi delle sfide interne rispettivamente contro Malta e Bulgaria.

PRO E CONTRO – Analizzandola dunque sotto l’aspetto strettamente pratico la barca azzurra va: Italia prima in classifica e con notevoli chance di accedere a Francia 2016 dalla porta d’ingresso principale. Non va perso di vista infatti come, anche qualora dovesse decidersi tutto negli ultimi novanta minuti, gli uomini di Conte disputerebbero lo scontro diretto con la Norvegia tra le mura amiche dell’Olimpico di Roma e l’impresa spetta giocoforza agli avversari. Quello che invece non gira per il verso giusto inerisce al livello delle prestazioni: l’Italia in tal senso non ha mai convinto, otto gare – quelle della gestione Conte – che, fatta eccezione per le trasferte in Norvegia e Croazia, guarda caso le due sfide più impegnative del percorso di qualificazione (un classico italiano quello di esaltarsi quando la sfida lo richiede ed accomodarsi contro avversari inconsciamente non ritenuti all’altezza), raccontano di difficoltà latenti sul piano della costruzione della manovra e della lucidità negli ultimissimi metri.

COSA MANCA – In avanti il talento puro e lo abbiamo raccontato in più di un’occasione: fondamentale in tal senso la crescita – attesa in questa stagione – dei vari El Shaarawy (’92), Gabbiadini (’91), Insigne (’91), Berardi (’94) e volendo Balotelli (’90). Sono gli attaccanti italiani più dotati sotto in termini di tecnica pura ed inventiva ed in Francia almeno parte di loro saranno inevitabilmente chiamati a fare la differenza. Per intenderci più di quanto (non) sia riuscito in Brasile un anno fa alla spuntata batteria di attaccanti. Nella tela del gioco c’è invece qualcosa che non quadra perché a livello di singoli siamo davvero secondi a pochi: gente del calibro di Pirlo in primis, poi De Rossi, Marchisio, Verratti e le nuove alternative che stanno venendo fuori (Bertolacci su tutti, ma lo stesso Soriano e quel Parolo finalmente salito agli onori della cronaca) dovrebbero garantire un certo tasso di qualità alla nazionale azzurra. Eppure il gioco latita: il fenomeno Pirlo ha dato il meglio? Ritardi nella consacrazione di Verratti? Non sempre affidabile De Rossi? Tutti punti interrogativi che proprio Conte dovrà spazzare via quando il livello della contesa inevitabilmente si alzerà. E del resto ci siamo, basterà sbrigare le ultime pratiche.

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