2014

Italia, Conte: «Spero l’entusiasmo sia contagioso»

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Il c.t. della Nazionale ha parlato in vista della sfida con la Croazia

ITALIA CONTE CROAZIA JUVENTUS – E’ tornato a parlare di Nazionale il commissario tecnico Antonio Conte, intervistato quest’oggi da il Corriere della Sera. Conte, ex tecnico della Juventus, ha parlato delle convocazioni in vista della prossima gara di qualificazione ad Euro 2016 contro la Croazia: «Il talento da solo non basta. Ecco perché in Nazionale la parola d’ordine è: noi. Chi pensa con l’io può restare a casa».

L’ITALIA COME UN CLUB  – Sul lavoro svolto in questi mesi, spesso in viaggio nei ritiri delle squadre di Serie A insieme al team manager Lele Oriali, Conte ha spiegato: «In questi tre mesi non ho ancora avuto una settimana libera. Giriamo per ritiri, guardiamo allenamenti e partite, parliamo con gli allenatori. E poi c’è il settore giovanile. Però manca il lavoro di tutti i giorni e il contatto quotidiano con i giocatori. Intendo la Nazionale come un club e per riuscirci devo fare in una settimana ciò che alla Juve facevo in un mese. Mi piace quando i tifosi bianconeri mi fermano per strada e mi ringraziano per quello che ho fatto. E mi piace che intorno alla Nazionale ci sia nuovamente entusiasmo. Spero che sia contagioso e che serva a riempire San Siro contro la Croazia perché sarà dura».

LE DICHIARAZIONI – Sul 3-5-2: «È un sistema che conoscono tutti. E l’obiettivo, adesso, è dare certezze ai giocatori per arrivare a qualificarci all’Europeo. Dopo valuteremo pro e contro. Avremo un mese di tempo per lavorare e creare una macchina da guerra. Magari, a quel punto, cercheremo un’evoluzione tattica. E poi i numeri sono fine a se stessi». Infine, chiusura del tecnico, con un debole per la duttilità di De Rossi: «In mezzo al campo c’è la coda. Serve un regista basso che sappia dettare i tempi del gioco, con due incursori bravi a giocare ad alta intensità. De Rossi negli anni si è specializzato a giocare davanti alla difesa, tanto che nella Roma entra spesso nella linea a quattro. Può fare anche il difensore centrale a tre, ma bisogna lavorarci sopra».

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