2015

Italia, Conte: «Spero di diventare simpatico»

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Il ct sulla Juve: «Quella semifinale di Europa League…»

«Allenare la nazionale è una bellissima esperienza, nuova e differenti sotto tanti punti di vista. A livello personale, è più difficile, perché cerco di essere più allenatore che selezionatore. Mi piace portare le mie idee, anche se il tempo è davvero poco». Intervistato dai microfoni di ‘Tiki Taka’, Antonio Conte, commissario tecnico dell’Italia, parla della sua nuova avventura, sulla panchina azzurra: «E’ un momento buio, perché facciamo fatica a sfornare talenti. C’è poca disponibilità economica e i campioni affermati non vengono più, e allo stesso tempi i giovani faticano ad emergere».

LAVORO – A mancare, probabilmente, è la cultura del lavoro, che Conte conosce bene: «I primi ad insegnarmelo sono stati i miei genitori, attraverso l’educazione. Mi hanno insegnato a lavorare per ottenere qualcosa, a non aspettare nulla dagli altri. Da calciatore e allenatore, sono orgoglioso per essermi fatto da solo. La mia strada spesso è stata in salita, ma questo mi ha reso più forte. I miei allenatori? Da giovane sono stato cresciuto da Fascetti e Mazzoni, ma in generale ho avuto i migliori e i più vincenti e da tutti ho appreso qualcosa. Lippi riusciva a motivarci, anche se si giocava ogni tre giorni».

IL PASSATO – Impossibile, per quella che è la sua storia, non parlare di Juve: «Ho vinto tanto, ma spesso sono state più le sconfitte a farmi crescere. Penso alla traversa di Manchester: potevo entrare nella storia, e invece… La semifinale di ritorno con il Benfica? La rigiocherei così, sperando di fare un gol. Abbiamo dominato, ma all’andata ci siamo complicati la vita da soli, incassando un gol stupido. Al ritorno la pressione e la voglia di giocare la finale in casa ci ha creato situazioni difficili. Simpatico? Non penso di esserlo, almeno quando allenavo la Juventus non lo ero sicuramente. Mi auguro di diventarlo adesso, da commissario tecnico. Scudetto? Preferisco non esprimermi, perché qualsiasi cosa dico potrebbe essere fraintesa. Certo, i bianconeri hanno un vantaggio importante e meritato. Futuro? Adesso penso a fare un grande Europeo, ma vorrei allenare un top club in futuro».

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