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2013

Italia, Chiellini: «Aspettiamo Osvaldo. Juventus: obiettivo crescita»

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Il difensore commenta violenza e razzismo negli stadio: «Fenomeni da estirpare»

ITALIA COVERCIANO GIORGIO CHIELLINI – Intervenuto in conferenza stampa dal ritiro di Coverciano, Giorgio Chiellini, difensore dell’Italia e della Juventus, ha rilasciato alcune dichiarazioni per commentare il momento degli azzurri, in vista della Confederations Cup e della gara contro la Repubblica Ceca.

Sulla notizia relativa all’esclusione di Pablo Daniel Osvaldo: «Daniel fa parte del nostro gruppo, dispiace sempre quando manca un compagno. Le scelte vengono fatte dall’allenatore, non entriamo in merito, anche perché non ci competono. Lo aspetteremo a braccia aperte se il mister deciderà in futuro di farlo rientrare in gruppo. Non abbiamo messaggi da lanciare: con noi ha sempre avuto un buonissimo rapporto e resta quello. Le scelte dell’allenatore non intaccano niente all’interno del gruppo. Capita che qualcuno stia fuori per scelta tecnica, talvolta per altri motivi».

Sul codice etico di Prandelli e come viene visto dallo spogliatoio: «È una strada intrapresa dalla Federazione e dal mister ormai da tre anni. Sappiamo di avere grande responsabilità, rappresentiamo tutta l’Italia e siamo un punto di riferimento per tante persone. Il pensiero va ai bambini. Ci sono persone che decidono, noi rispettiamo queste decisioni e non vogliamo entrare troppo in merito».

Toccando il tema Juventus, Chiellini commenta la mancanza di un top-player e la differenza dalle grandi d’Europa: «Noi giocatori non siamo preoccupati. Sono poi questioni del club, decide la società. Non è facile poi prendere un giocatore da un giorno all’altro, soprattutto per i problemi economici presenti in Italia al momento, che tutti devono rispettare. Sono passati i momenti delle follie. Stiamo facendo il massimo per migliorare. Che poi arrivi Jovetic o qualcun altro, spetta alla società decidere. Speriamo arrivino giocatori per competere sempre più in alto. Quest’anno siamo arrivati in alto in Champions, primi nel girone con i Chelsea campioni d’Europa. Lo Shakhtar con Willian a gennaio se la poteva giocare ancora meglio contro il Borussia, a noi ci hanno fatto impazzire. Agli ottavi ce la siamo giocata in scioltezza, poi abbiamo trovato un’armata che ha dimostrato di essere la più forte al momento (il Bayern, ndr). Sono arrivati in un momento di forza e forma incredibile: lo dimostrano i risultati contro noi prima e Barcellona poi. Dobbiamo solamente pensare a crescere ancora, conta questo, non dobbiamo fermarci. Di giocatori che sono arrivati più avanti in Champions nella nostra squadra, a parte Pirlo e Buffon, non ne ricordo tantissimi. Dobbiamo puntare a crescere sempre di più di anno in anno».

Sulla gara in vista relativa alla Qualificazione per i prossimi Mondiali in Brasile: «Un risultato positivo ci permetterebbe di chiudere il girone, dobbiamo stare molto attenti. Un risultato negativo ci farebbe tornare nel giro della lotta. È bene arrivi una gara di qualificazione adesso, perché c’è grande voglia di fare, anche da parte dei nuovi. La partita verrà affrontata al meglio con la voglia di vincerla, anche perché vorrebbe dire ipotecare gran parte della qualificazione».

Commentando la sosta invernale in Italia, breve rispetto a quella applicata altrove: «O aumenterei la sosta, o la toglierei: giocando a Natale. Come è ora non mi fa impazzire. A volte arrivi a dicembre che viene considerato un periodo di riposo. Ci vorrebbe magari una sosta più simile a quella della Germania, è un’ipotesi che possiamo studiare. Non è questo il fattore che cambia credo. Sono decisioni che prenderà poi la Lega».

Sulle similitudini e differenze tra Prandelli e Conte: «Il mister Prandelli è una persona più pacata, ma hanno entrambi voglia di arrivare e vincere. Entrambi riescono a farati avere il loro pensiero e fartelo applicare in campo soprattutto».

Sulla qualità del gruppo dell’Italia e quello della Juventus: «Per me è importante la crescita dei giocatori, siamo una Nazionale che sta crescendo, come la Juventus è una squadra che sta crescendo. Ci sono giocatori di qualità nella squadra. Anche nell’Under-21, dal centrocampo in su ci sono giocatori già affermati, che da tanti anni non si vedeva. Vedevo ieri la rosa dell’Under-21, che per età avrebbe pure El Shaarawy e Balotelli. Non penso che in Europa ci siano altre squadre con un parco giocatori così importanti. Qualche innesto, parlo di Juventus, credo si possa fare, ma alla fine conta il contesto: pure Messi non vince da solo, figuriamoci altri. Serve la crescita costante della squadra, dei singoli che hanno formato la squadra: la tappa fondamentale è quella. Parlando di club, i cambi sono inevitabili, ma non prevedo stravolgimenti particolari. Non credo ce ne siamo bisogno, ma non penso sia manco la volontà della società: un progetto che funziona non si smantella».

Parlando invece della difesa a tre rispetto a quella a quattro: «La difesa a tre funziona bene. Capita in alcune partite di doversi mettere a quattro, dove magari l’esterno di destra aveva un compito più gravoso e doveva fare entrambe le fasi. Sono adattamenti che si possono fare e non comportano particolari problemi. Anno scorso con Pepe, che dava molta qualità offensiva, capitava in alcune partite che si riducesse a fare il terzino. Al di là dei moduli, importa l’impostazione che viene data. Sono discorsi tecnici e tattici che vedono gli allenatori, ma c’è la massima disponibilità e si può far tutto. Non è un cambio così gravoso, come si vuol talvolta far credere da fuori».

A riguardo dell’importanza della Confederations Cup, Chiellini sottolinea l’aspetto mentale: «La Confederations vede contro le più forti di ogni continente. È un torneo di altissimo livello, dove speriamo di fare il nostro meglio. È fondamentale per la nostra crescita. Non è come un Mondiale, ma è importante. Io ho pagato già lo scotto l’ultima volta, dove non siamo arrivati con la stessa concentrazione, oltre agli episodi sfortunati. È stata una manifestazione negativa che, sicuramente, non ha dato dei benefici alla squadra per un percorso importante verso il Mondiale».

Commentando la formazione del Messico, squadra che gli azzurri incontreranno in Brasile: «I calciatori messicani li vedo più adatti alla Liga che alla Serie A, sia come cultura che come gioco. Li abbiamo affrontati a Bruxelles, sono una squadra di quantità e qualità. Hérnandez è un grande attaccante, ha di fronte a sé una grande carriera; quest’anno ha pagato un po’ l’arrivo di van Persie allo United. Conosco bene pure Guardado, un grande giocatore. Possono fare bene in Europa, magari più in Spagna che in Italia. Penseremo a questa partita dopo quella contro la Repubblica Ceca».

Sulla finale di Champions League e la superiorità del Bayern Monaco: «Senza nulla voglier togliere al Borussia, il Bayern era una spanna sopra a tutti. Il Borussia, comunque, è la dimostrazione di un club in grado di arrivare a risultati importantissimi, senza grandi spese e con grande programmazione, soprattutto visto come sono stati vicini al fallimento e con la situazione dello stadio. Si percepisce un rapporto incredibile all’interno del gruppo, con un allenatore che ha dato loro grande abilità tattica, dove fino a qualche anno fa erano più carenti. La finale è stata molto intensa, senza paura da parte delle due squadre. C’era tanta paura di perdere la partita».

Viene chiesto al difensore un commento anche sul derby nella finale di Coppa Italia, ripiegando sugli spiacevoli episodi di violenza: «Il derby è una partita a parte: le squadre avevano più da rimetterci perdendo che vincendo. Avevano tanto da perdere, una gara molto contratta e molto tesa. La violenza dello stadio è un discorso a parte. Quello è un lato che dispiace. Talvolta sembra di andare in guerra. Bisognerebbe sicuramente migliorare come cultura sportiva, ma come intensità di gioco non penso si possa parlare. Spero che si vada sempre più avanti verso una situazione di sport e piacere di andare allo stadio per vedere una partita».

Sul C.t. del Giappone, Zaccheroni, suo allenatore alla Juventus: «È un’ottima persona, ha lasciato comunque un grande ricordo a tutti e non è facile. Conosco della rosa del Giappone sicuramente Nagatomo, che gioca in Italia, ed anche Honda del Cska. Non è comunque una squadra europea che sei abituato ad affrontare. Ci sono tante difficoltà in queste gare. Non conosci l’avversario e non ti sai cosa aspettare. A parte Tahiti, che con tutto il rispetto penso sia inferiore alle altre, credo siano due gironi competitivi e magari potranno sortire sorprese come gli Stati Uniti l’ultima volta».

Tornando sul tema Juventus, viene chiesto di fare un confronto sul tema dei progetti di Borussia Dortmund e Bayern Monaco, ed a quale somigliani più i bianconeri: «Siamo partiti sicuramente più vicini ad una base come quella del Borussia. Siamo ripartiti quasi dalle ceneri, con una situazione forse mai successa nella storia della Juventus; sicuramente non quella recente. Ora penso che stiamo andando in una situazione più stile Bayern. La Juventus non vende i propri campioni, mentre il Borussia ne ha venduti uno, forse due, agli acerrimi rivali. Speriamo di arrivare ad uno stile Bayern, prendendo i giocatori che serviranno per un salto di qualità della rosa in essere».

Sull’apporto che Walter Mazzarri potrà dare all’Inter: «Sicuramente è più facile per Mazzarri che per Benitez. Arrivare dopo un ottavo posto, dopo tutte quelle sconfitte, hai meno pressioni di risultati: migliorare è facile. Penso che l’Inter potrà essere una squadra molto difficile da affrontare, ora hanno un allenatore pronto e maturo per vincere qualcosa. Un allenatore che penso sia al top in Italia, ed anche in Europa. Credo possa dare tanto ad una squadra che ha bisogno di una guida come lui. Si porta dietro tanta voglia di vincere e sarà un problema per noi».

E su Benitez, che prenderà il posto di Mazzarri al Napoli: «Benitez lo ritengo un grande allenatore, ma non sarà facile sostituire Mazzarri. Dovrà vincere lo scudetto ed andare avanti in Champions. Comunque, la sua carriera dimostra il suo valore. Penso possa tornare e far vedere tanto. Credo ci sia curiosità di vederlo all’opera dopo un paio di mesi difficili all’Inter, arrivato dopo Mourinho che aveva vinto tutto. Potrà far davvero conoscere la persona e l’allenatore che è: una grandissima persona, come sembra».

Trattando l’argomento di Andrea Stramaccioni, esonerato dall’Inter dopo che, ad un mese dalla fine, Moratti aveva confermato il tecnico nerazzurro: «Stramaccioni lo reputo un bravo allenatore e spero possa tornare in pista già da luglio ed agosto, perché di allenatori bravi italiani non ce ne sono molti. Moratti ha dovuto fare una scelta brutta, che magari non voleva fare. Conoscendo da fuori Moratti, penso che sia stato il primo ad essere addolorato di questa scelta, dopo aver dato la parola con tutto e tutti che gli davano contro. Deve essere stato molto doloroso, anche perché lo ha voluto lui in prima squadra dalla Primavera. Sono convinto comunque che Stramaccioni non ce la possa avere mai col presidente, non ho ancora conosciuto una persona all’interno dell’Inter che abbia parlato male di Moratti. Sono cose che fanno parte dello sport e della vita in generale. Sono convinto che Stramaccioni possa rifarsi altrove, mettendo alle spalle tutte le sfortune e gli infortuni».

Un breve commento sul derby di Serie Bwin nei playoff per la Serie A, dove Chiellini tiferà Livorno: «Sono in ritiro, ma dovrei andare allo stadio. Tiferò, ma sarà una sfida perché l’Empoli è forte».

Sulla posizione di Massimiliano Allegri ed il suo potenziale passaggio alla Roma e le voci su Seedorf al Milan: «Bisogna attendere, tutti siamo in attesa (ride, ndr.). Non credo sia un problema di risultati, perché alla fine ha raggiunto la Champions League. Penso siano questioni del presidente e la voglia di cambiare forse, sono cose che nella vita e nei rapporti capita. Seedorf lo vedo ancora giocare ad alti livelli (sorride, ndr.). Come persona lo vedo nel ruolo di allenatore, questo è sicuro».

Sul fatto di avere un vantaggio relativo alla conferma del proprio allenatore, piuttosto che un cambio in panchina: «Sicuramente dare continuità è importante, ma a volte il cambio porta nuova energia, nuova linfa e nuova voglia di fare. Se si è bravi a metabolizzare il cambio con un nuovo spirito è una spinta in più. Il primo anno con Conte era di rodaggio, ma appena abbiamo ingranato siamo diventati imbattibili».

A domanda secca su quale campione Chiellini vorrebbe vedere alla Juventus, il difensore ironizza: «Diciamo Messi, così non diamo fastidio a nessuno (ride, ndr.)».

Infine, chiosa sui cori razzisti spesso rivolti verso Mario Balotelli: «Bisogna distinguere razzismo da questioni personali, che nel calcio ci sono sempre state e ci saranno. Quando si parla di razzismo, come violenza negli stadi, non esiste colore o rivalità, non esiste juventino, romanista o milanista. Il razzismo non ha ragione di esistere. Se sento un coro contro Mario che tocca la persona, ma non il colore della pelle, alla fine va accettato. Se è razzismo, non va accettato. Ci sono persone preposte a decidere queste questioni. Razzismo e violenza credo che siano le cose su cui dobbiamo focalizzarci e che dobbiamo debellare dagli stadi, perché hanno grande cassa di risonanza e poi fanno espandere questi fenomeni nella vita quotidiana».