Italia Belgio: 3 cose che non avete notato del match dell'Olimpico
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Italia Belgio: 3 cose che non avete notato del match dell’Olimpico

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Frattesi

Ecco le tre curiosità sulla grande sfida tra Italia e Belgio, partita valida per il girone di Nations League

Una partita piena di cose: Italia – Belgio è stata una gara vera, con tanti episodi e situazioni da discutere in un 2-2 giusto per l’atteggiamento delle due squadre. Qui andiamo in controtendenza e non vi parliamo degli eventi più eclatanti, ma di 3 episodi minori che sono comunque indicativi.


1) L’insoddisfatto nel gol. La rete del 2-0 è semplicemente una meraviglia, se si vuole stare nell’esaltazione del linguaggio scritto, oppure un urlo «Che bellezza!» che prorompe da Lele Adani, dove il tifoso e l’esperto si uniscono nel sottolineare la grande qualità della manovra. Ma nella coraggiosa e perfettamente eseguita apertura al volo di Dimarco, nella discesa di Cambiaso con tiro parato a fatica da Casteels e nel tap-in vincente di Retegui c’è un particolare piccolo che può sfuggire e che invece è determinante: è la mancata soddisfazione di Frattesi, che chiede a Cambiaso palla e non viene premiato. Se la palla non fosse finita dentro, lo si sarebbe visto dirne qualcuna al compagno e non senza qualche ragione.


2) La responsabilità di Calafiori. Quando si parla del fu Bologna di Thiago Motta è inevitabile che si ricorra all’esempio di Calafiori, difensore con presenza fissa a centrocampo. Quando si ricorda il momento più emozionante del disastroso Europeo, si cita l’avanzata dell’allora ancora rossoblu per servire Zaccagni. Va studiato in tutta la sua modernità tattica, il numero 5 della Nazionale. Quando lo si vede proteggere palla sul cerchio del centrocampo e prendere un fallo, sembra davvero un regista o forse semplicemente l’incarnazione del meglio del calcio di Spalletti: un giocatore con la voglia di assumersi la responsabilità.


3) Minuto 38. É il momento nel quale Adani giustamente in tv sottolinei come la fase offensiva del Belgio sia totalmente nulla, definita «Zero idee». IL commentatore si duole anche del fatto che il Ct sia un italiano, ma Tedesco non merita molti apprezzamenti fino all’espulsione di Pellegrini che cambia la partita. E allora sì che si vede un’idea, lo schema su punizione che porta al 2-1. Quasi retrò con quel tocco a due e tiro di un terzo: resta il fatto che funziona e appare assolutamente perfetto.

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