Islanda - Olanda 3-0: la fotografia delle qualificazioni ad Euro 2016 - Calcio News 24
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2015

Islanda – Olanda 3-0: la fotografia delle qualificazioni ad Euro 2016

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La favola islandese che parte quattro anni fa: organizzazione ed esaltazione del talento, da contraltare il fallimento olandese

Della favola dell’Albania vi abbiamo ampiamente raccontato, accedono per la prima volta ad un campionato europeo anche il Galles (che però aveva già partecipato al Mondiale del ’58), la Slovacchia (presente a Sudafrica 2010), l’Irlanda del Nord (presente nei Mondiali del ’58, ’82 e ’86) e l’Islanda che come l’Albania non aveva mai preso parte ad una manifestazione internazionale.

LA FAVOLA NON INIZIA ORA – Il fenomeno Islanda ha i suoi natali in questa tornata di qualificazioni europee soltanto per i più disattenti: riavvolgiamo il nastro e torniamo ad oltre quattro anni fa, quando a Rio de Janeiro venivano sorteggiati i gironi di qualificazione al Mondiale 2014 e la piccola Islanda è nell’urna 6 (neanche a dirlo l’ultima) dove in termini di ranking ha alle sue spalle soltanto Kazakistan, Lussemburgo, Malta, Andorra e San Marino. Ma mentre le suddette continuano a rimediare goleade e figure poco edificanti l’Islanda si attrezza e centra il clamoroso miracolo: secondo posto del Gruppo E alle spalle della Svizzera capolista ma avanti a Slovenia, Norvegia, Albania e Cipro, cinque strepitose vittorie e due pari (di cui un memorabile 4-4 con gli elvetici, sotto 4-1 a Berna a mezzora dal termine) valsi poi gli spareggi. I punti ranking accumulati nel percorso (dal 121’ posto al 46’) non bastarono agli islandesi ad evitare la seconda fascia di tali playoff: la sorte scrisse Croazia ed è di fronte a questo avversario che momentaneamente si interruppe la fiaba islandese.

IL RISCATTO – Le lacrime di Hallfredsson e compagni, di chi aveva sognato il colpo grosso fino a sfiorarlo e vederselo strappare di mano sul più bello, restano indelebili nelle menti di un popolo di 323.000 persone (appena più popoloso di un municipio di Roma per intenderci): il riscatto però arriva immediato ed è il libro di Euro 2016. L’Islanda si conferma quattro anni dopo squadra organizzata ma allo stesso tempo spumeggiante ed estrosa, centra il traguardo della miglior difesa del proprio raggruppamento – 6 reti incassate in 10 partite! – senza però rinunciare ad una proposta offensiva tra le più futuristiche del panorama calcistico europeo: 17 le reti siglate, secondo posto dovuto esclusivamente ai sorprendenti pareggi interni contro Kazakistan e Lettonia e allo strano epilogo della vittoria della Repubblica Ceca in Olanda ma poco importa. Contava arrivare tra le prime due e volare in Francia passando dalla porta principale.

FATTORI E TRASCINATORE – Le chiavi, lo abbiamo raccontato, sono l’organizzazione complessiva garantita dal minuzioso lavoro del ct Lagerback (un finissimo tattico dalla maniacale preparazione) e la disponibilità dei calciatori nel recitare uno spartito apparentemente in costante mutazione ma volto ad elevare una proposta calcistica che non concede punti di riferimento agli avversari. Senza perdere di vista l’esaltazione del trascinatore: sarebbe bugiardo ed ingiusto non riconoscere i meriti del fuoriserie Gylfi Sigurdsson: 9 delle 17 reti siglate dall’Islanda nel percorso di qualificazione ad Euro 2016 portano la sua firma (oltre il 50%), la mezzala dello Swansea City rientra a pieno titolo tra i calciatori più sottovalutati al mondo. Ha qualità da vendere, forza fisica, intelligenza e scelta dei tempi: il 2-0 casalingo inflitto all’Olanda e lo 0-1 in territorio orange (3-0 complessivo) sono interamente griffati dal buon Sigurdsson e rappresentano di fatto la reale fotografia di queste qualificazioni.

IL FALLIMENTO – Sì, perché mentre l’Islanda pensava a tramutare quello che era il più alto tasso d’alcolizzazione giovanile europeo in una massa di talenti in grado di imporsi negli sport nazionali (la riprova è arrivata dalla qualificazione al mondiale di pallamano e dall’avveniristico basket giocato in Germania nel recente Europeo, lì dove non sono arrivati punti ma gli applausi a chi ha mostrato in anticipo la pallacanestro che sarà, tempo al tempo, peraltro l’aspetto di precorrere i tempi è prerogativa di questo Paese ben visibile anche in altri campi della vita e dell’espressione del talento, vedi il rock dal fenomeno Bjork ai Sigur Ros), l’Olanda ha dilapidato il patrimonio di un terzo posto mondiale. Lo avevate dimenticato per caso? Soltanto un anno fa la nazionale allora guidata da Van Gaal si prendeva la medaglia di bronzo in Brasile dopo essersi arresa alla finalista Argentina soltanto ai calci di rigore. Fu un caso? I tredici punti collezionati nel raggruppamento di qualificazione ad Euro 2016 direbbero di sì: ed in effetti quel percorso – basti pensare alla fase ad eliminazione diretta: Olanda salva nell’overtime con il Messico e ai calci di rigore con la piccola Costarica nel pomeriggio della sceneggiata Krul – fu alquanto fortunoso. Resta però la grande colpa di non esser riusciti a costruirci sopra alcunché.

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