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Buon compleanno a… Alexander Isak

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Oggi è il compleanno di Alexander Isak e due giorni fa è sceso in campo a San Siro per la sfida Champions contro il Milan

Oggi Alexander Isak compie 24 anni. Lo abbiamo visto al centro dell’attacco in Milan-Newcastle due giorni fa, in una gara finita 0-0, dove lui non ha fatto molto, al pari dei suoi compagni, intenzionati principalmente alla conquista del punto da portare a casa. Per l’attaccante svedese, a differenza di alcuni suoi compagni, quella di San Siro non è stata la prima apparizione in Champions League, Quando giocava nel Borussia Dortmund, era subentrato a Yarmolenko negli ultimi 8 minuti della sfida contro l’Apoel Nicosia, nella gara giocata a Cipro. Era il 17 ottobre del 2017 e, per la verità, nonostante il ragazzo fosse appena maggiorenne, di lui si parlava già da molto tempo e l’Italia appariva come una delle possibili, se non addirittura probabili, destinazioni. L’anno prima, Alexander era ancora nella sua città natale, Solna, e militava nel club locale, l’Aik. Il Corriere dello Sport lo aveva inserito in una lista di giovanissimi obiettivi della Juventus. Ne facevano parte Boschilla, Ruben Neves, Lemar, Otavio, Saul Niguez, Lindelof, Franco Lopez, Lottin, Malcom e Origi: una formazione intera di desideri che non si sono mai avverati. Si era scritto anche di un derby tra le due squadre della città della Mole.

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E, peraltro, la notizia che più aveva colpito, segnalando in misura clamorosa l’hype che circondava il ragazzo, era la presenza di ben 122 arrivati per visionarlo in un match di campionato. Del resto, come si poteva non essere attratti da un talento già ribattezzato «il nuovo Ibra» o «l’Ibra nero», con tanto di bolla papale che arriverà in seguito dallo stesso Zlatan. Che ha voluto rassicurare i connazionali e ha scelto un’insolita posizione defilata, proclamando un convinto pronostico per il futuro: «Presto non si parlerà più di me o di Larsson in nazionale, ma di Isak».

Dalla Svezia Isak è passato per l’appunto in Bundesliga, a Dortmund, preferendo il club teutonico, tradizionalmente bravissimo nel valorizzare le promesse (vedi Haaland) alla corte del Real Madrid, che non è estraneo a premiare i giovani, il problema è che semmai ne ha tanti e già così forti che si rischia di non trovare possibilità di emergere. E dire che una concreta possibilità di vederlo in Serie A c’era stata perché Alexander in Italia c’era arrivato davvero, anche se come soesso succede è proprio quando non se ne parla che gli affari sono più vicini. Pantaleo Corvino ha raccontato in un’intervista di due anni fa, rilasciata a Tuttosport, di quando «da giovanissimo Isak lo portai a Bologna in prova per alcuni giorni. Sono certo che diventerà un big». E anche successivamente, quando dopo un rapido passaggio in Olanda si è andato ad accasare in Spagna presso la Real Sociedad, non sono mancati i tentativi di importarlo, come quello fatto dalla Roma che lo considerava un giocatore all’altezza di assumersi una grande responsabilità, quella della successione di un certo Edin Dzeko.

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Alla fine, che fine non è perché è adesso che la carriera di Isak sta vivendo il momento determinante per andare a registrare il necessario salto di qualità, è stata la Premier League a esercitare la forza magnetica che possiede, rappresentata da un club emergente, un nuovo ricco, qual è il Newcastle.

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L’anno scorso Alexander si è presentato con grande entusiasmo, espresso a parole: «Sono deliziato che sia successo, per me è stata una decisione davvero grande da prendere ma che mi rende felice. Sono in un grande club, storico, nel quale penso che chiunque vorrebbe giocare. Ci sono tifosi fantastici, sono un importante motivo per cui mi trovo qua, oltre ovviamente ai progetti del club, in cui credo davvero. Il Newcastle gioca un calcio molto attrattivo e io voglio farne parte». Nel campionato in corso, ha iniziato con una doppietta all’Aston Villa, in una giornata dove anche Tonali si è esaltato. Invece, in Milan-Newcastle, secondo La Gazzetta dello Sport, è stato il peggiore dei Magpies: «Davanti a Ibra, suo ex compagno di nazionale, non incanta. Prova ad arretrare per trovar palla, ma Tomori lo sbrana sempre». Si rifarà al ritorno?