2016
Stramaccioni: «Modulo ideale? Il 4-3-3»
L’allenatore romano racconta i suoi metodi per preparare le partite e come gestisce il talento della sua sqaudra
Un romano ad Atene, praticamente un Erasmus tecnico quello di Andrea Stramaccioni in quel di Atene sponda Panathinaikos. È arrivato a novembre ed ha condotto il Pana al secondo posto nella Souper Ligka Ellada, dietro l’Olympiakos. Un’avventura che Tuttosport ha voluto conoscere da vicino, andando a intervistare il mister romano.
COME PREPARA I MATCH – «In questa esperienza lontano dall’Italia sicuramente capire le caratteristiche dei nostri avversari ha rivestito per me un aspetto importante, ma a differenza del nostro campionato all’estero si tende a curare meno la strategia altrui. L’obiettivo è imporre sempre il proprio gioco a prescindere dal valore dell’avversario – continuando sulla preparazione delle partite – La nostra preparazione pre gara prevede una riunione video al sabato e una breve la domenica prima di recarsi allo stadio: quest’ultima è dedicata esclusivamente alle palle inattive». Proprio sulle sessioni video si è soffermato sugli aspetti che gli interessano degli avversari: «Principalmente le attitudini di squadra e individuali sulle palle inattive». Nella preparazione delle partite non assegna nessun compito a casa ai suoi giocatori, ma: «Tutti, soprattutto i più giovani, devono conoscere gli aspetti in cui possono migliorare e quindi dedicare tempo extra a fine allenamento».
LE PALLE INATTIVE – «Mi piace farlo in maniera dinamica e collettiva. Magari durante una partita a tema o attraverso una esercitazione di reparto. Il sabato dedichiamo un lavoro specifico a quelle offensive – così prepara le palle inattive Stramaccioni – Un lavoro individuale con i singoli interpreti». Il mister ha anche spiegato uno schema molto usato dal suo Panathinaikos, ovvero: «Molte squadre “dimenticano” di marcare il giocatore in barriera. Al momento del calcio l’attenzione offensiva, dei migliori saltatori, é sulla seconda parte della linea, solitamente la più vulnerabile. Un giocatore parte in anticipo con l’intento di attrarre il difensore della linea difensiva, che è il più pericoloso per intercettamento dello schema. Un giocatore si stacca dalla linea sapendo che il principio del movimento della linea difficilmente porterà qualcuno fuori area. Il primo della linea avrà lo scopo di “bloccare” regolarmente la corsa dell’avversario al momento dell’assist. L’assist sarà effettuato nello spazio e molto probabilmente con traiettoria aerea. A meno che non ci sia “linea di passaggio” anche rasoterra per un uomo in barriera che ruotando e facendo perno sul secondo in barriera guadagnerà una posizione di partenza favorevole. L’esecuzione di questo schema, ovviamente, è a discrezione del battitore poiché la disposizione dei compagni permette di scegliere se farlo o no e di essere pronti in ambo i casi a ricevere una palla sul secondo palo, dove i saltatori lavoreranno per i 2 giocatori in linea».
IL MODULO IDEALE – «Il 4-3-3», va deciso su questo modulo Stramaccioni, perché lo ritiene l’unico modulo che permetta sia alla squadra di coprire la maggior parte di zone in campo sia perché gli permette di far esprimere la sua idea di calcio, ovvero quella di credere: «Nelle qualità dei giocatori incorniciate in idee di gioco. Il principio è che la squadra deve sapere esattamente cosa cerchiamo di fare quando abbiamo la palla, ma la libertà del “come” realizzarlo ci rende meno prevedibili ed esalta i giocatori di talento». Fondamentale per la sua idea di gioco sono il ruolo degli attaccanti, che: «Devono cercare sempre di interagire fra di loro e giocare uno in funzione dell’altro. Il più vicino alla palla “comanda” il movimento e il secondo si deve far trovare pronto per combinare», e il possesso palla, che in questa stagione ha avuto una media del 58%, e che viene allenato: «partendo sempre da una situazione di superiorità numerica e cercando di proporre situazioni più simili possibili a quelle che troveranno la domenica in campo». Per superare il problema del possesso palla quando si affronta un 4-4-2 ben chiuso e protetto, la ricetta di Stramaccioni sta nel: «Riusciere a trovare il taglio di un esterno alle spalle delle due punte. Ma solo un buon palleggio ti consente di arrivarci – e in tre punti fissati nella mente dei centrocampisit – Mai essere sulla stessa linea di passaggio; Mai così distanti da non potersi trovare palla a terra; Mai andare a ricevere palla totalmente spalle all’avversario».
AVVERSARI E ALLENAMENTI- Le differenze delle squadre greche con quelle italiane, perché: «Nessuna squadra rinuncia a giocarsela. In Italia siamo più maniaci della tattica e della preparazione della gara sull’avversario», è per questo che: «Trovo controproducente modulare le esercitazioni sull’avversario. Reputo invece importante la conoscenza delle caratteristiche di quest’ultimo. Ma questa è cosa ben diversa». I miglioramenti, anche personali, si hanno in allenamento, dove, Stramaccioni, ogni volta dichiara di imparare qualcosa di nuovo da se stesso e dai suoi giocatori, ed è importantissimo esserne consci perché: «Il calcio è una crescita continua. Mai pensare di sapere qualcosa». Durante gli allenamenti la parte prediletta dal mister italiano è l’intesità di gioco, quindi: «Qualità e velocità del passaggio e controllo orientato», e senza intervenire più di tanto perché: «Spesso la squadra ha bisogno di esprimersi liberamente e va soltanto osservata». E nel caso in cui ci sia un giocatore scarico mentalmente? «Meglio un giorno di riposo in piu che una doppia seduta in più». Stramaccioni ha concluso poi l’intervista facendo il nome dell’allenatore italiano o europeo che lo intriga maggiormente a livello tattico, indovinate un po? «Diego Simeone»