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Mandorlini indica la via: «Inter, ecco come si esce dalla crisi. Io in nerazzurro? Vi dico che…» – ESCLUSIVA

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Andrea Mandorlini analizza il delicato momento in casa Inter: «Lavoro, gruppo e testa bassa. Ecco come si può uscire dalla crisi»

Il momento in casa Inter è delicato, sicuramente il più delicato sotto la gestione Spalletti. 1 punto nelle ultime tre partite, zero gol fatti in campionato nel 2019 e l’eliminazione ai quarti di Coppa Italia contro la Lazio. La posizione del tecnico toscano è in bilico e già la sfida di sabato sera contro il Parma può essere considerata un’ultima spiaggia. Ad analizzare la situazione in casa Inter ci ha pensato, in esclusiva per Calcionews24, Andrea Mandorlini ex tecnico, tra le altre, di Genoa e Hellas Verona. L’allenatore, che ha giocato nella Beneamata dal 1984 al 1991 vincendo uno Scudetto, una Coppa Uefa e una Supercoppa Italiana, ha provato a consigliare Spalletti la strada da seguire per uscire da questo buco nero.

Mandorlini, un inizio 2019 per l’inter che definire negativo è poco. Zero gol fatti in campionato, 1 punto nelle ultime 3 partite e l’eliminazione dalla Coppa Italia. Qual è, secondo lei, il vero problema di questa squadra?

«È difficile parlare di queste cose quando si è lontani, quando non si conoscono i meccanismi interni ad una squadra. Non mi permetto di giudicare. Il momento non è positivo, ci sono delle evidenti difficoltà anche dal punto di vista mentale visto che giocare a San Siro di questi tempi non è per nulla facile. Bisogna compattarsi, tirare fuori qualcosa di importante e sfruttare il fatto che dietro non corrano forte. Il posto in Champions, in questo senso, sembra tranquillo. Bisogna fare quadrato e uscire da questa situazione».

Nei suoi anni all’Inter ha vissuto dei periodi di crisi che hanno condizionato le stagioni nerazzurre. Come si può uscire rafforzati da questi momenti? 

«Io li ho vissuti e me li ricordo benissimo. Erano altri tempi, ovviamente, pensavo solo a lavorare ogni giorno sempre di più. Spalletti non ha la bacchetta magica ma ha tanta esperienza, è bravissimo e troverà sicuramente il modo di uscirne. Ci sono tutte le possibilità per farlo, l’importante è provarci tutti insieme senza ascoltare quello che dicono la stampa o altri fattori esterni. L’allenatore, di solito, è solo contro tutti ma io mi auguro che non sia il caso di Spalletti ma che anzi sia accompagnato dalla società per uscire da questo momento».

Nelle ultime tre partite Spalletti ha cambiato ben tre moduli di gioco nell’arco dei 90′. Contro il Bologna è stato addirittura inserito Ranocchia come punta insieme ad Icardi. Crede che ci sia un po’ di confusione nella mente del tecnico?

«Nel finale di gara avrà provato il tutto per tutto mettendo Ranocchia anche per mancanze di alternative. L’avrei fatto anche io in situazioni di emergenza. In Italia tendiamo a generalizzare ogni situazione senza analizzare la realtà: non aveva più attaccanti ed era l’unica scelta da fare. Si può parlare di tante altre circostanze ma non è sicuramente quel cambio o il cambio di modulo su cui si deve puntare il dito».

Con il senno di poi molti tifosi interisti stanno imputando alla dirigenza nerazzurra lo scambio dell’estate tra Nainggolan e Zaniolo. Lei che idea si è fatto del belga? Era tra quelli che in estate applaudiva Ausilio per l’affare?

«In estate tutti erano contenti, ovviamente, poi però la parola è passata al campo. Nainggolan era un giocatore pronto per una squadra pronta a lottare, mentre Zaniolo rappresenta il futuro del calcio italiano, è un ragazzo che sta facendo benissimo. Analizzando il momento dei due giocatori è chiaro che Nainggolan abbia dato nulla alla causa interista per mille motivi e dispiace perchè sia la società che l’allenatore avevano puntato su di lui. Può succedere anche ai grandi calciatori. C’è ancora del tempo per riscattarsi, non sarà facile ma mi auguro riesca a dare di più».

Tra dieci giorni torna l’Europa League. L’Inter può puntare alla finale di Baku? 

«L’Europa League è tornata come una volta ad essere una competizione difficilissima. Sull’Inter finalista ad ora non saprei pronunciarmi. Deve ricompattarsi e affrontare la sfida al Rapid Vienna nel migliore dei modi. Non c’è tanto tempo per farlo quindi servono giocatori con gli attributi e serve che San Siro torni ad essere un fattore per i nerazzurri».

Se contro il Parma l’Inter dovesse incassare una nuova sconfitta l’esonero di Spalletti sarebbe quasi scontato. Lei se la sentirebbe di subentrare al tecnico toscano anche solo come traghettatore nel caso dovessero contattarla? 

«Attualmente non potrei perchè sono ancora legato contrattualmente alla Cremonese ma al di là di questo credo che sia sbagliato puntare il dito sempre e solo sull’allenatore. Non perchè lo sia anche io ma lo trovo riduttivo. L’obiettivo della Champions League è abbastanza tranquillo, io mi auguro che le cose migliorino e che Spalletti possa terminare la stagione. Successivamente si tirerà una linea e si faranno altre riflessioni»

Chiudendo il capitolo Inter e parlando delle difficoltà della Juventus, i bianconeri hanno incassato 6 gol nelle ultime due partite senza la coppia difensiva centrale. Da ex difensore lei crede che Chiellini sia più importante di Ronaldo in questa Juve?

«No, assolutamente. Non me ne voglia Chiellini che rimane un giocatore importantissimo nel reparto difensivo bianconero e i numeri sono lì a dimostrarlo. Ma oltre a Giorgio ci sono anche Bonucci, Barzagli e tanti altri che sono fortissimi. Quando mancano uomini importanti le prestazioni ne risentono come accaduto contro Atalanta e Parma. Sfortunatamente la Juve ha venduto Benatia e i ricambi sono quelli, devono “soffrire” anche loro dal punto di vista difensivo ma paragonare l’importanza di Ronaldo a Chiellini mi sembra esagerato»

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