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Caos Abisso, parla Paparesta: «Decisione incomprensibile ma bisogna dargli fiducia» – ESCLUSIVA

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Intervista esclusiva all’ex arbitro Gianluca Paparesta che consiglia Nicchi: «Diamo la possibilità agli arbitri di parlare a fine partita»

Oltre 250 partite arbitrate (135 in Serie A), 939 cartellini gialli estratti e 46 rossi, Gianluca Paparesta è stato uno dei più importanti fischietti italiani degli ultimi anni. L’ex direttore di gara ha commentato, in esclusiva ai microfoni di Calcionews24, l’operato di Rosario Abisso durante Fiorentina-Inter. Direzione di gara, quella del Franchi, che ha sollevato un polverone di polemiche per l’incredibile rigore assegnato ai viola negli ultimi istanti di gara per un tocco di petto di D’Ambrosio.

Lei che ha arbitrato oltre 100 partite in Serie A, che idea si è fatto sugli eventi del Franchi? Cosa ha pensato Abisso per assegnare il rigore finale che dai replay risulta essere inesistente?

Purtroppo il problema è proprio quello. Non sappiamo cosa ha pensato Abisso. Quello che emerge dal campo è chiaro e non ci sono dubbi. Il problema è che lui ha avuto la percezione, probabilmente, dal campo diversa e le immagini che gli sono state proposte non sono state tali da riuscire a modificare la sua decisione. Certo è che difficile comprendere come lui possa valutare il tocco volontario di D’Ambrosio visto che colpisce la palla esclusivamente con il petto.

Crede che sia entrata in gioco anche la presunzione da parte di Abisso? Dopo due errori corretti dal VAR, non si è sentito di modificare anche la terza decisione…

Bisogna entrare nell’ottica che ormai il modo di arbitrare è cambiato rispetto a quello a cui era abituato Abisso fino a due anni fa, quando era ancora in Serie B. Non è facile abituarsi a questo modo di arbitrare e quindi a modificare delle decisioni che dal campo, da quando ha iniziato ad arbitrare fino all’introduzione della VAR, prendeva da solo. Era la sua prima partita importante e gli è costata una mancanza di sicurezza su alcune situazioni. Oltre a tutto questo Abisso avrà sentito la pressione di uno stadio che si sentiva penalizzato da alcune decisioni giuste: come il gol annullato a Muriel o il rigore concesso all’Inter. Purtroppo Abisso, che secondo me non è un cattivo arbitro, è incappato in una giornata dove ci sono stati così tanti episodi difficili da valutare e al 100′ non si è sentito di prendere quella decisione che invece doveva essere presa.

Chiffi, Maresca, Abisso: sembra quasi che la nuova classe arbitrale non riesca a prendere dimestichezza con la VAR. E questo risulta essere un problema visto che i giovani arbitri ci rappresenteranno prima o poi a livello internazionale

Sono arbitri che dovranno abituarsi a questo nuovo mondo. Pagano una minore esperienza rispetto a quelli che arbitrano da più di 20 anni e che conoscono meglio le dinamiche del mondo del calcio. Chi arriva in Serie A da poco e si trova ad avere a che fare con ambienti che non ti perdonano nulla, probabilmente pagano lo scotto di questo noviziato. Bisogna però dare la possibilità a questi ragazzi di sbagliare e crescere.

Lei quindi non fermerebbe Abisso per qualche turno, come probabilmente accadrà, ma lo rimanderebbe immediatamente ad arbitrare già domenica?

C’è il designatore che sa come gestire i suoi arbitri e che ne conosce anche gli aspetti caratteriali. Non sono certo io che devo dire se può essere rimandato ad arbitrare o meno. Questi sono gli arbitri e devono abituarsi ad un nuovo tipo di arbitraggio e di tecnologia. Si eliminano tante decisioni che non erano corrette ma allo stesso tempo questo strumento deve portare uno scotto da pagare in termini di esperienza e accettazione. Un arbitro che inizia ad arbitrare da solo sui campi di periferia e poi, una volta in Serie A, si ritrova con la tecnologia non può abituarsi immediatamente.

Ritiene che dare la possibilità agli arbitri di parlare a fine partita, come giocatori ed allenatori, e spiegare le loro decisioni davanti alle telecamere possa essere un passo importante verso un calcio meno polemico e più civile?

È una battaglia che sto cercando di fare da tempo. Io voglio il bene della classe arbitrale e del calcio italiano. Non capisco perchè in Italia ci ostiniamo a tenere questo mondo chiuso dove non si dà la possibilità nè agli arbitri di parlare nè ad una Lega o a una struttura che parli con l’AIA e possa fornire spiegazioni. Aiuterebbe molto a capire il lavoro dell’arbitro. Abbiamo anche l’esempio con la Uefa e Rosetti che fare così può aiutare invece in Italia l’arbitro continua ad essere intoccabile: non si capisce cosa fanno o cosa dicono. Se si facesse capire che si allenano tutte le settimane, che visionano i filmati, che studiano si eliminerebbe quell’alone di mistero e di malafede che circonda gli arbitri.

Se i direttori di gara non vogliono parlare si potrebbero rendere pubblici i dialoghi durante i silent check…

Sarebbe un primo passo. Il mio sogno è che ci sia una Lega di Serie A con un ufficio, in comunicazione con l’AIA, che spieghi agli addetti ai lavori e a tutti perchè Abisso in questo caso ha preso quella decisione. Invece ora si pensa che Abisso è in malafede, che un altro arbitro tifi una squadra perchè da piccolo aveva la maglia di quella squadra addosso. È un mondo di iper-comunicazione, ma non riguarda gli arbitri a quanto pare. Spero che Nicchi, che era contrario sia al VAR che alle bombolette spray per delimitare la barriera, possa tornare sui suoi passi e cambiare idea, dando una possibilità ai suoi arbitri di parlare a fine gara.

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