2009

Inter, Zanetti: “Vorrei finire a San Siro”

Pubblicato

su

L’uomo dei record per l’Inter, Javier Zanetti, è pronto a raggiungere quota 519 partite in Serie A contro il Bologna. Il calciatore argentino dei nerazzurri ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport in edicola quest’oggi per ripercorrere la sua carriera e parlare anche di obiettivi futuri: “La gara indimenticabile? Siena 2007, primo scudetto sul campo: era da un po’ che non piangevo così. La più amara? Dai che lo sa: 5 maggio 2002, la sensazione angosciante di un anno di fatica buttato via in meno di un’ora e mezza. Quando più difficile fare il capitano? A Firenze nel 2006: Giacinto Facchetti era morto da venti giorni, feci scrivere sulla fascia “Tu sei tutto quello che un uomo dovrebbe essere. Ci mancherai. Ciao Giacinto”. Stadio in cui mi sono sentit più in soggezione? Il San Paolo,ma è soggezione per modo di dire: giocare a Napoli è più che altro un’emozione. L’avversario più scomodo? Nedved: quante volte ci siamo affrontati su quella fascia. Ricordo un’Inter-Lazio: 90′ a fare su e giù, senza fermarci mai, tutti e due. Il compagno più matto? Taribo West vince per distacco. Gliene racconto solo due, ma potrebbero essere venti, trenta. Lippi in allenamento gli fa “Taribo, accorcia sull’attaccante”: una, due, tre volte e lui niente. Lippi ferma l’allenamento: “Perchè non mi ascolti?”. E Taribo: “Perchè Dio mi ha detto di non accorciare”. E la seconda? Una sera invita me e Ivan Zamorano per una di quelle funzioni religiose che organizzava a casa sua: “Preghiamo un po’ e poi si cena”. Appuntamento alle sette: alle otto si pregava, alle nove si pregava, alle dieci si pregava. Ci ha dato damangiare a mezzanotte. Il compagno più antipatico? Ciriaco Sforza non era antipatico, però non rideva mai: mai. A che numero smetto? Non lo so, ma so che vorrei fosse a San Siro: se devono passarti davanti quasi vent’anni di vita, meglio che succeda a casa tua, no?”.

Exit mobile version