2016

Inter, Mancini: «Italia? Manco un pizzino»

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Sulla 10 a Thiago Motta: «Io lo stimo molto, per me è un grande»

Roberto Mancini e la panchina dell’Italia: ormai le voci sono passate, con il tecnico dell’Inter che dovrebbe rimanere saldo alla guida dei nerazzurri con l’approdo dei nuovi proprietari cinesi e Giampiero Ventura prossimo commissario tecnico azzurro. Tuttavia lo stesso Mancini è tornato a parlarne nel corso di una intervista registrata qualche giorno e riguardante i prossimi Europei. Mancini, interrogato circa i presunti contatti che c’erano stati con la Federazione, a cui lui stesso aveva strizzato l’occhio, per il dopo-Antonio Conte, ha preferito non dire molto altro, ammettendo però di non aver ricevuto mai offerte. «Io in Nazionale? Non sono mai stato vicino all’Italia, non mi hanno mandato nemmeno un pizzino (ride, ndr) – le parole di Mancini – . L’addio di Conte? Se le cose andranno bene, sarà definito un professionista, se andranno male invece gli arriveranno critiche, come già successo con Pep Guardiola al Bayern Monaco quando è stato annunciato al Manchester City»

INTER, MANCINI: «STIMO THIAGO MOTTA» – La maglia numero 10 è stata data a Thiago Motta, una scelta un po’ strana… «Forse poteva prenderla Lorenzo Insigne, ma io stimo molto Thiago Motta, penso sia un gran giocatore – rivela Mancini – . Italia favorita agli Europei? Come Francia, Spagna e Germania, ma tutte le volte che comunque partiamo sfavoriti poi ci è sempre andata bene: sono abbastanza fiducioso per questo motivo, anche se in rosa non abbiamo un fuoriclasse assoluto. Il Belgio mi piace, la Francia è forte, ma credo che Conte terrà i giocatori in tensione fino alla fine». Capitolo Inter: l’arrivo dei cinesi in società significa l’addio definitivo di Massimo Moratti, con cui Mancini ha condiviso negli anni un lunghissimo percorso: «Io non so ancora nulla, la trattativa deve ancora concludersi (l’intervista è di lunedì, ndr), parlerò soltanto quando sarà tutto più chiaro». Il momento è arrivato dunque, Mancini presto dirà la sua, come lasciato intendere dalle parole di cui sopra ai microfoni di Radio Deejay.

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