2013

Inter, Thohir si racconta: ecco la sua storia

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INTER THOHIR – E’ da poco diventato l’azionista di maggioranza dell’Inter ma sul suo conto si sapeva ancora ben poco. Erick Thohir, intervistato da Sky Sport, ha deciso così di raccontare i dettagli più importanti della sua vita partendo dalle questioni di famiglia: «Mio padre lavorava per Astra ed ha contribuito a farla diventare tra le aziende più importanti dell’indonesia. Successivamente ha fondato il gruppo Thohir, nato prima per le miniere di carbone e poi, grazie a mio fratello Garibaldi, si è spostata verso il settore istituzionale».

ERICK THOHIR – «Una volta laureatomi negli USA, ho deciso di aiutare l’azienda di famiglia per poi dedicarmi al settore dei media che mi ha sempre entusiasmato. Per questo acquistammo Republika che era sull’orlo del fallimento e abbiamo rilanciato l’azienda riportandola in salute. Ora ho 43 anni e devo fare i conti con le nuove generazioni che avanzano. Nella vita bisogna andare a piccoli passi, proprio per questo abbiamo partership in tutti i settori».

LO SPORT E MORATTI – «Sono entrato nel mondo dello sport in un secondo momento, prima con i Suthria Mudha, poi investendo in NBA e infine grazie ai DC United. Ora spero di fare un buon lavoro anche con Moratti. Ad oggi non ho ancora parlato con lui e neanche con Mazzarri. Credo che proprietario e management debbano lavorare insieme, senza che nessuno dei due dia degli ordini. Molte delle voci che circolano non sono vere, non abbiamo ancora progettato il futuro. Il tecnico sta facendo molto bene e io ho delle mie opinioni: abbiamo bisogno di rinforzi sulle fasce».

L’INTER E GLI OBIETTIVI – «Seguo l’Inter da anni, in Indonesia la Serie A appassiona tutti. Conosco tanti giocatori che hanno indossato la maglia nerazzurra, sarebbe facile dire Roberto Baggio, Ronaldo o altri campioni. Io invece ricordo tutti quelli che hanno aiutato la squadra come Ventola, Fresi e Martins. Anche un gol serve per aiutare un club ed essere ricordati. Obiettivi? Dobbiamo trovare un equilibrio e comprare solo giocatori funzionali al progetto. Adotteremo un modello che funzionerà anche in futuro».

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