2017

Inter, una partenza da record…ma occhio alle statistiche!

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Una partenza così non si registrava dalla stagione 2002-2003, ma quell’anno la squadra di Cuper finì seconda. Analogamente, nel 2015-2016 anche l’Inter di Mancini partì fortissimo, per poi perdersi a metà stagione

Sei vittorie e un pareggio, per un totale di 19 punti: questo è il ruolino di marcia di un’Inter che, in sordina, si sta imponendo come terza forza del campionato. In pochi se lo sarebbero aspettato, forse, vuoi per il mercato giudicato da molti sottotono, vuoi per la maggior forza, sulla carta, di altre squadre. Invece, l’Inter di Spalletti è a pari punti con la Juventus e a soli due punti dalla capolista, a punteggio pieno, Napoli. Miglior difesa del campionato, con sole tre reti subite, e un possesso palla, per partita, ben sopra la media.

Una partenza così, in quel di Milano, non erano abituati a vederla da parecchio tempo, almeno dalla stagione 2002-2003. In quell’annata a guidare la panchina dei nerazzurri c’era Héctor Cuper e la punta di diamante della squadra era Vieri; nonostante la partenza-razzo, identica a quella della squadra di Spalletti, però l’Inter finì il campionato dietro la Juventus. Un amarcord, dunque, dolce-amaro che se, da un lato, fa ben sperare i tifosi nerazzurri, dall’altro, porta le loro menti agli anni ricchi di successi ma poveri di titoli.

Le belle statistiche, però, potrebbero essere rovinate anche da un altro amarcord. Come riporta il quotidiano La Repubblica, infatti, nella stagione 2015-2016 i nerazzurri guidati da Mancini iniziarono il campionato con 16 punti in 7 partite ma, anche quell’anno, l’Inter si sfaldò a inizio gennaio. Gradatamente, gli uomini di Mancini persero punti su punti e conclusero il campionato in quarta posizione. Come l’Inter del tecnico jesino, anche quella di Spalletti vince, sì, ma non convince: troppi i risultati di misura, troppa la sofferenza.

Certo, quello che conta sono i risultati e l’Inter ne sta collezionando di positivi, ma Spalletti, se non vorrà subire un tracollo analogo ai precedenti, dovrà intervenire con decisione. D’altronde, le statistiche sono fatte per essere modificate e Spalletti, alla luce delle esperienze passate, ha tutte le carte in regola per invertire un pericoloso trend.

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