2017

Spalletti, l’alchimista che conta su un’Inter d’alta quota

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Una formazione fatta di centrimetri e muscoli per centrare il posto in Champions: ecco la ricetta di Luciano Spalletti per l’Inter

Centimetri, peso e cattiveria: ecco l’armatura scelta da Luciano Spalletti per la sua Inter. Lo stesso undici titolare nelle ultime quattro partite: compiti ben precisi in tutte le zone del campo, bandito ogni tipo di individualismo, quindi intensità massima per 90’ più recupero. Una squadra con caratteristiche nordiche dal punto di vista fisico, ma latina nel manico e nella testa dei giocatori. Ingredienti sapientemente miscelati dal tecnico di punta della scuola italiana, la migliore al mondo secondo gli addetti ai lavori. Il 58enne di Certaldo ha testato, studiato e poi costantemente sperimentato alla ricerca del miglior assetto possibile in vista della corsa Champions. È partito forse con l’idea di una squadra rapida, molto tecnica, per certi versi leggerina in mezzo al campo; invece ha finito invece per proporre una pattuglia specializzata nel corpo a corpo. Il progetto iniziale? Cancelo e Dalbert terzini, Borja Valero e Joao Mario contemporaneamente in campo. Complici infortuni (Cancelo), difficoltà di inserimento a livello tattico (Dalbert) e il mancato decollo di Joao Mario si è quindi arrivati alla formazione che inizia a entrare nella testa degli interisti come le antiche «filastrocche» Handanovic, D’Ambrosio, Skriniar…

LA MOSSA – Tutto ruota attorno alla diga di centrocampo Vecino-Gagliardini. Spalletti non ha fatto altro che promuovere titolari l’uruguaiano e l’azzurro, avanzando il raggio d’azione di Borja Valero e relegando la coppia Joao Mario-Brozovic al ruolo di prime alternative a ridosso di Icardi. Ecco l’undici titolarissimo del momento: Handanovic fra i pali; D’Ambrosio, Skriniar, Miranda e Nagatomo dietro; Vecino e Gagliardini in mezzo; Candreva, Borja Valero e Perisic a ridosso di Icardi. Nove uomini dai 180 centimetri in su; sei addirittura sopra i 185 centimetri, cinque dei quali fra difesa e diga di centrocampo. I piccoletti sono Nagatomo (170 centimetri) e Borja Valero (175). Un «muro» invalicabile sui corner o sulle punizioni laterali: zero gol subiti da situazioni simili e Perisic è uno dei «difensori» più efficaci nel gioco aereo. Solo Roma e Milan come i nerazzurri. Va però evidenziata una piccola macchia rossonera: nel derby, il fallo da rigore di Rodriguez su D’Ambrosio nasce infatti da calcio d’angolo.

STRADA OBBLIGATA – L’Inter delle ultime quattro gare ha portato a casa 10 punti: successi contro Milan, Samp e Verona; pareggio nella tana del Napoli, squadra che prima e dopo i nerazzurri ha collezionato solo vittorie in questo campionato. Un ultimo periodo nel quale la banda Spalletti ha messo sul tavolo sprazzi di grande gioco (primo tempo col Milan e oltre un’ora contro la Samp), solidità da big vera (90’ tatticamente esaltanti a Napoli) e carattere da vendere ancora contro il Milan (Inter raggiunta due volte e capace di trovare il 3-2 al 90’) e a Verona (altra reazione immediata dopo il rigore dell’1-1). Come ricorda “La Gazzetta dello Sport”, questa versione dell’Inter è una strada obbligata per Spalletti, che in rosa non dispone di grande talento: dalla metà campo in avanti manca infatti gente dal dribbling facile, in grado di creare sistematicamente superiorità numerica. Il campionato è una maratona che alla lunga rende giustizia alle squadre più forti, soprattutto alle rose più profonde. E in questo senso Juve, Napoli e Roma appaiono superiori ai nerazzurri. Sprecare il «fattore Spalletti» sarebbe davvero un delitto da parte di Suning…

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