2017

Inter, se viene meno Skriniar sono dolori: ma è già una certezza?

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L’Inter di Spalletti rallenta la corsa: lo stop casalingo rimediato con il Torino costa il secondo posto della classifica, ora occupato dalla Juventus di Allegri

Il sorpasso della Juventus è puntualmente arrivato: all’Inter è bastato il pareggio di San Siro nel lunch match disputato con il Torino per vedersi superare dai bianconeri, ora diretti inseguitori della capolista Napoli. In una classifica, va detto, le cui distanze men che minime possono raccontare continui stravolgimenti. Nessun allarme: la squadra di Spalletti, insieme proprio ai partenopei, resta l’unica realtà imbattuta in questa prima fetta di Serie A. Dieci vittorie e tre pareggi che testimoniano un rendimento super, oltre ogni aspettativa ed oltre ogni confronto con quanto accaduto negli ultimi anni. La svolta è evidente, un giusto quesito può riguardare la proiezione della stessa: basta per lottare per un posto nella prossima Champions League o il nuovo corso è già in grado di dare fastidio in ottica scudetto?

Da dove passa l’avvio di stagione dell’Inter

Il terzo posto attualmente occupato dall’Inter di Spalletti non è certo frutto della produzione offensiva: i nerazzurri hanno complessivamente messo a segno ventitré reti, dato che pone l’attacco meneghino al quinto posto della speciale graduatoria, dopo Juventus (35), Napoli (32), Lazio (31) e Sampdoria (24). In particolare quelle che – almeno in chiave primo posto – sarebbero le dirette concorrenti, come si evince dai dati, segnano decisamente più di quanto riesce a questa Inter. Che però ha messo su la terza difesa del torneo: con 9 reti (alla media di 0.69 a gara) quella nerazzurra è appunto la terza retroguardia del campionato dopo Roma (7) e Napoli (8). Cosa è cambiato rispetto all’anno scorso? Incide innanzitutto il lavoro meticoloso della nuova guida tecnica Luciano Spalletti: la linea difensiva è per tre quarti quella che andava in campo un anno fa, ma forte oggi di risultati del tutto differenti. In tanti hanno motivato il tutto con una buona dose di fortuna (che mai guasta!) e con i prodigi di Handanovic: appare però ingeneroso non riconoscere meriti all’opera dell’allenatore toscano.

L’elemento nuovo: Milan Skriniar

Il classe ’95 slovacco, dopo l’ottima stagione disputata con la maglia della Sampdoria, è stato scelto dal nuovo direttore sportivo Walter Sabatini come perno ideale intorno al quale rilanciare la difesa nerazzurra: l’Inter, pur di garantirsene le prestazioni, non ha badato a spese scegliendo di investire ben trenta milioni di euro sul suo cartellino. Una spesa che aveva generato qualche dubbio di troppo in diversi addetti ai lavori ma che al momento si sta rivelando redditizia: Skriniar rappresenta – grazie alla potenza fisica, la velocità nei recuperi, l’attenzione in marcatura ed alla sua giovane età – il veicolo ideale per rilanciare le quote di Miranda, apparso un tantino smarrito nella scorsa stagione. Lo abbiamo detto: tre quarti dei componenti dell’attuale difesa dell’Inter erano già a disposizione un anno fa, ragion per cui è proprio l’apporto dello slovacco – oltre all’inevitabile e già citata opera di Luciano Spalletti – a tenere in piedi la baracca. L’esempio è arrivato un po’ da tutte le gare, ma per descrivere l’assunto la più credibile è quella del San Paolo di Napoli contro la squadra che meglio gioca in Italia: Skriniar non soltanto si è attaccato a Mertens vincendo di fatto quasi tutti gli uno contro uno, ma ha anche messo una pezza agli errori dei compagni, uscendo spesso a protezione dei laterali non appena si sia verificato il bisogno.

Inter, è Skriniar dipendenza?

Qualche limite (piuttosto evidente) è invece emerso palla al piede, nella costruzione delle primissime battute della manovra, lì dove il centrale slovacco non appare propriamente a suo agio. Un po’ per caratteristiche tecniche, un po’ perché i meccanismi dell’Inter in tal senso vanno ancora collaudati. Poco male però, nel senso che la squadra non ha avuto bisogno al momento di questa specifica funzione: in altre parole, è fondamentale che difenda bene. Sul resto chi se ne frega. Il punto è: Milan Skriniar è già quella comprovata garanzia difensiva che basta a reggere una difesa fino a qualche mese fa allo sbando? Il nuovo acquisto confermerà nell’immediato futuro e sul medio termine di essere sufficiente alla svolta che abbiamo raccontato? Ulteriormente snocciolato: a Miranda, D’Ambrosio e Nagatomo basta l’approdo di Skriniar per riscoprirsi una difesa solida ed a livello della competizione di altissima classifica? L’auspicio non può che essere di carattere estremamente positivo: anche perché l’Inter non avrebbe ulteriori argomentazioni da proporre, con il solo Ranocchia ulteriore centrale di ruolo a disposizione di Spalletti. Che resta il reale valore aggiunto a cui si aggrappa il popolo nerazzurro: senza una comprovata organizzazione difensiva, in Italia, non si fa molta strada.

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