2016

Inter, se non esce Brozovic

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Inter protagonista del calciomercato: l’analisi

Ben 22 milioni di euro per Candreva, 6 per Ansaldi, 4.5 per Caprari lasciato in prestito al Pescara, una decina per riscatti vari (Brozovic e Dodò su tutti), il classe ’93 Joao Mario – tra le rivelazioni nel clamoroso successo del Portogallo ad Euro 2016 – in arrivo dallo Sporting Lisbona per oltre 40 milioni di euro. In più, a parametro zero ma ulteriori voci in capitolo monte ingaggi, gli approdi di Ever Banega e Caner Erkin.

SCUDETTO ESTIVO? – Tradotto: l’Inter in chiave calciomercato non si è lasciata mancare davvero nulla. Ha agito sia con intelligenza, prelevando calciatori di indiscutibile livello in regime di svincolo dalle precedenti realtà, ha poi messo mano al portafoglio senza limitarsi per garantire all’allenatore che sarà una squadra assolutamente competitiva. E completa nei reparti. Con buona pace del fair play finanziario, dalla cui madre Uefa si attendono lumi sul funzionamento: l’Inter ora pare poter trovare l’equilibrio della sua campagna acquisti differendo le operazioni nel tempo, come ad esempio quella che sta per portare Joao Mario in nerazzurro. Prestito ed obbligo di riscatto, ossia pagamento tra un anno: servirà l’accesso in Champions League per giustificare all’occhio (poco) attento del financial fair play esborsi così importanti a fronte di qualche spicciolo ricavato dalle uscite.

A MENO CHE… – C’è una strada che però, seppur non sembrano sussistere le intenzioni, può essere percorsa, o quantomeno va immaginato possa essere intrapresa: l’importanza delle operazioni in entrata potrebbe rappresentare il segnale di un’uscita importante. Finalizzata a far quadrare i conti. Difficile, peraltro ad appena quindici giorni dal gong della sessione estiva di calciomercato, ipotizzare la cessione di capitan Icardi: troppo pesante mediaticamente, ancor più arduo trovare un sostituto che possa raccoglierne l’eredità. Più plausibile concentrarsi sul settore mediano: gli approdi di Banega e Joao Mario, sommati ai vari Kondogbia, Medel e Melo, potrebbero – e ribadiamo a chiare lettere il condizionale – suggerire la cessione di Marcelo Brozovic. Pezzo ricercato con enorme interesse in chiave mercato, dalle italiane così come dalle migliori realtà europee.

ERRORE DA EVITARE – Classe ’92, il centrocampista croato è già un interprete di altissimo livello ed il suo spessore non può che lievitare nel medio periodo. Ha grande talento e fondamentali di chiara lettura, ha le caratteristiche per rendersi funzionale in ambedue le fasi di gioco, ha quel quid aggiuntivo che lo differenzia da un mediano di ordinaria amministrazione e che lo identifica come un reale valore aggiunto in ogni impianto tattico immaginabile. Mezzala o addirittura playmaker – come ai primi tempi in nazionale croata – di un centrocampo a tre, ago della bilancia sulla linea dei trequartisti in un 4-2-3-1, nella breve era Mancini si è persino defilato sulla corsia. Senza che la sua qualità venisse meno. Se non fosse lui il sacrificato l’Inter della nuova guida De Boer è pronta a recitare un ruolo da assoluta protagonista: ideata nel segno della qualità e del 4-3-3 di stampo olandese-barcelloniano, Banega e Brozovic possono duettare con invidiabile proprietà di palleggio per suggerire la spaventosa rapidità degli esterni Perisic e Candreva. Per la felicità di Mauro Icardi. Se regge la difesa – e può farlo – occhio a questa Inter: la volontà di affermarsi alla fine – e non come spesso accade all’inizio – della stagione è il motore che ha portato alle recentissime rivoluzioni tecniche e societarie. Anno di assestamento? Non necessariamente.

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