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Inter in fuga: ecco i 5 motivi per cui è davvero da Scudetto
La travolgente Inter del derby ha lanciato un evidentissimo segnale alle rivali: il ritmo Scudetto è stato impostato sul navigatore di Conte e i suoi ragazzi
E adesso l’Inter si alza sui pedali. In un mesetto o poco più schiantate le due più acerrime e accreditate rivali Juve e Milan. Insomma, i nerazzurri hanno dissotterrato l’ascia di guerra e assunto autorevolmente il comando delle operazioni.
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A poco più di metà campionato, la domanda nasce dunque spontanea: questa Inter è davvero da Scudetto? Ecco i nostri 5 motivi per cui i tifosi nerazzurri possono e devono credere di riuscire a interrompere il decennale digiuno di trofei.
1 – Il Conte perfezionista
Partiamo dal condottiero, colui che ha saputo lasciarsi scivolare addosso un anno e più di critiche feroci. Spesso anche fuori luogo. Che Antonio Conte sia un tecnico bravo, preparato e vincente, onestamente, non ci sarebbe nemmeno più bisogno di dimostrarlo. Eppure, il lauto ingaggio e quel marchio “bianconero” sono stati motivo di diffidenze, accuse, contestazioni. Così come le scelte tecnico-tattiche, l’atteggiamento dentro e fuori dal campo e chi più ne ha più ne metta.
Ora, il mondo sembra rovesciato in questo 2021: pragmatismo e addio ai dogmi che sembravano ineluttabili, vedere per credere i ripescaggi clamorosi di Eriksen e Perisic. La dimostrazione che il lavoro paga e di quanto la pazienza sia una virtù per pochi. Con quel perfezionismo maniacale che, focalizzando un solo appuntamento a settimana, si eleva a livelli inarrivabili per tanti suoi colleghi. Conte c’è e c’è sempre stato, l’uomo che tutti vorrebbero al volante quando c’è un unico obiettivo da raggiungere.
2 – Squadra maturata
Dalla notte al giorno in pochi mesi. L’Inter ha saputo cambiare pelle da settembre a oggi, abbandonando l’iniziale intento del pressing ultraoffensivo per abbracciare una consapevole maturità. I nerazzurri ora sanno riconoscere i momenti della partita e reagire di conseguenza. Partendo sempre da una copertura della propria metà campo il più delle volte impeccabile o quasi. Al di là dell’aspetto più squisitamente tattico, però, è la consapevolezza della propria forza che deve spaventare le avversarie. La sensazione di superiorità, anche negli inevitabili momenti di difficoltà, è spesso una piacevole costante per Handanovic e compagni.
3 – La complicità di Lu-La
Qualche settimana di flessione aveva posto addirittura dubbi sul reale valore di una coppia d’attacco che, numeri alla mano, ha pochissime rivali in Europa. Lukaku e Lautaro Martinez sono una forza della natura, devastanti nelle ultime partite e vero fulcro del gioco interista. Fisicità, tecnica, potenza, velocità. Difficile trovare di meglio al mondo in questo momento. E senza considerare uno dei più grandi segreti di coppia: la complicità. Ciò che più è necessario nelle grandi storie d’amore, uno per l’altro e l’altro per l’uno. Senza invidie e senza manie di protagonismo.
4 – Solidità difensiva
In Italia, si sa, storicamente i campionati si vincono con le difese. Se il vento pare in realtà finalmente cambiato anche alle nostre latitudini, ciò non toglie che un assetto arretrato solido e compatto possa fare ancora la differenza. Antonio Conte ha da parecchie giornate scelto i suoi tre fidatissimi scudieri: Skriniar–De Vrij–Bastoni il trio che garantisce rendimento e ispira fiducia. Lo slovacco è tornato il muro di un tempo, oltre ad aver consolidato un ruolo di leadership emotivo che ne fa tra i papabili al ruolo di capitano per il futuro. L’olandese conosce alla perfezione tempi e movimenti di reparto, con la sua intelligenza calcistica sa essere un riferimento anche per il giovane italiano che, al netto di qualche sbavatura da ventenne, sta confermando di valere gli elogi spesi a più riprese.
5 – Fattore spogliatoio
Quinto motivo, ma non certo l’ultimo per importanza, la compattezza del gruppo. Una nota dolente per parecchi anni dalle parti di Appiano Gentile che finalmente pare lontano ricordo. La percezione è che mai come oggi l’unità d’intenti sia totale dentro lo spogliatoio. Esultanze e abbracci a ogni gol i segnali più evidenti di un’armonia ispirata però principalmente sotto traccia. Da uomini-collante come Vidal, spesso sottovalutato come elemento aggregante, o dalle spalle larghe di Big Rom i cui consigli di qualche mese fa a Eriksen hanno avuto un effetto “integrante” di cui ora l’Inter raccoglie i frutti. Ognuno sembra realmente consapevole del proprio ruolo e della propria importanza all’interno del gruppo.