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Inter, Oriali: «Thohir, riprendimi. Ibrahimovic? Soffiato al Milan…»

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L’ex dirigente nerazzurro spera di tornare e nel frattempo svela qualche retroscena.

INTER ORIALI – Opinionista di Mediaset, Gabriele Oriali spera di poter presto tornare a fare il dirigente. Con alle spalle anche una carriera calcistica da mediano, l’ex dirigente dell’Inter vorrebbe tornare a lavorare per il club nerazzurro: «Dopo trent’anni, l’Inter è diventata la mia seconda famiglia. Quindi, se ci fosse una chiamata da parte di Thohir, accetterei più che volentieri. Altrimenti, continuerò a fare il tifoso», ha dichiarato Oriali ai microfoni di “Tuttosport”.

RETROSCENA – Oriali ha parlato anche di alcuni colpi di mercato: «La mia trattativa più difficile? Quella con la Juve per Ibrahimovic. Si sapeva che avrebbero dovuto cederlo, anche per la volontà del giocatore, però c’era sotto pure il Milan. Andai a Torino con Branca, c’era Blanc col quale trovammo un accordo per il trasferimento di Ibra e rimasi fino alle undici di sera finché non me lo firmarono. Furono due giorni tirati, con alle spalle la pressione del Milan che lo voleva a tutti i costi. Un colpo da ricordare? Cambiasso preso a costo zero: io e Branca fummo inizialmente criticati perché non giocava nel Real. E poi Maicon: lo vedemmo la prima volta con Mancini e ce ne innamorammo subito».

GAP E JUVENTUS – A proposito del dominio bianconero e del gap da ridurre: «La Juve già da qualche anno è la squadra da battere e lo sarà anche per i prossimi, così come lo siamo stati noi per diversi anni. Per i vantaggi dati dallo stadio di proprietà, perché hanno idee innovative, per la bravura della proprietà e dei dirigenti nella scelta dei giocatori e perché hanno un tecnico che, in questo momento, nel nostro campionato è il migliore. Quest’anno si è chiusa una pagina storica per il club e, in una stagione così, è chiaro che la squadra un po’ subisca sul piano psicologico il passaggio di proprietà. Non è un caso che, dopo un avvio in cui è stato espresso un buon calcio, ci sia stato un calo, non solo fisico, ma anche mentale e forse inconscio. Adesso ci si sta riprendendo, ma il gap con la Juve c’è: per colmarlo ci vuole lavoro, pazienza e tempo».

DIRIGENZA – L’analisi si è spostata poi sulla dirigenza nerazzurra: «Ausilio? L’esperienza nel condurre trattative se l’è già fatta con me e Branca, in più conosce bene il settore giovanile ed è esperto di calcio internazionale, quindi è una scelta che ci può stare. Anche se ritengo che in un grande club come l’Inter forse dovrebbe avere qualcuno all’interno della società col quale potersi confrontare quotidianamente. Se poi interista ancora meglio. Branca? Il nostro rapporto si è incrinato nell’ultimo anno perché avevamo idee diverse, ma prima si è lavorato molto bene. I risultati lo dimostrano. Dopo il Triplete, c’è stata una scelta da parte della società che ovviamente non ho condiviso, ma che ho rispettato con dispiacere perché pensavo di essermi guadagnato sul campo la conferma nel mio ruolo. Così non è stato, quindi le nostre strade si sono divise. E ci sono rimasto male».

ZANETTI – Sul futuro del capitano dell’Inter, che si trova ad un bivio: «Sono convinto che la sua idea sarebbe quella di continuare ancora un anno. Lui è un simbolo e, per diversi motivi, potrebbe anche essere utile nello spogliatoio. Il consiglio che posso dargli è di seguire il suo istinto. Non me ne voglia Zanetti, per il quale ho una grande ammirazione, ma di Facchetti ce ne sarà solo uno, unico e inimitabile. Anche se credo manchi una figura percepita come vero interista all’interno del club, che faccia da interlocutore tra società, settore tecnico e allenatore e che sia riconosciuto come uomo immagine dell’Inter».

ICARDI E MAZZARRI – Infine, Oriali ha parlato degli errori arbitrali, di Icardi e del tecnico Mazzarri: «Di errori ce ne sono stati sette-otto clamorosi, sono sviste inconcepibili che penalizzano la classifica dell’Inter. Sembra che ormai ci sia una sindrome da rigore non dato, anche se ritengo che gli arbitri siano comunque in buona fede. Icardi? Non lo conosco. So però che è forte, giovane, di prospettiva, potente fisicamente e bravo tecnicamente. L’Inter ha fatto un buon acquisto perché Icardi è il futuro. Mazzarri? Beh, una fase di transizione che deve avere come obiettivo minimo quello di centrare l’Europa League. Comunque ritengo che Mazzarri sia l’allenatore giusto non solo per questa fase di transizione».

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