2018
L’Inter non sa più vincere. E non è la notizia peggiore
Dieci partite senza vittorie, eguagliata la peggior striscia negativa di sempre della storia nerazzurra. Problema tattico o mentale?
No, l’Inter non sa più vincere. Ma questa, per i tifosi interisti, non è la notizia peggiore. L’Inter non sa più giocare. Un dramma: la stagione sta diventando sempre più cupa, sembra che i giocatori abbiano in testa altro e non lottino già più. L’Inter scesa in campo contro il Crotone ha presentato la peggior versione di sè, come nelle ultime gare. Ha affrontato i calabresi impaurita e con la solita approssimazione mentale dimostrando ancora una volta, come se ce ne fosse bisogno, la propria immaturità. Una pena. Sono tanti i giocatori che hanno aggiunto una brutta figura personale alla loro storia nerazzurra: Perisic ha le polveri bagnate dalla tripletta contro il Chievo: esemplificativo il modo in cui ha tirato verso la porta dell’ex Cordaz come quando si vuole risparmiare l’ avversario sparando in aria o per terra. Vecino è in una fase di profonda involuzione con un’incredibile difficoltà nel palleggio di prima che l’Inter cerca sistematicamente con Borja vertice basso e quel 4-3-3 che se non si basa sul fraseggio stretto e massimo due tocchi alla palla fatica maledettamente a portare il gioco in avanti.
Parlare di Candreva è come sparare sulla croce rossa, volenteroso ma poco utile. L’esterno non riesce a dare una sterzata al suo momento negativo e nonostante gli otto assist confezionati cerca ancora il primo gol stagionale. Le uniche note positive provengono da Rafinha ed il solito Skriniar. Ecco, solidarietà per Rafinha. Cosa gli sarà passato per la testa a veder il gioco dell’Inter ricordando quello del Barça? Mah. Il brasiliano entra bene e gioca palloni interessanti, si vede che ha masticato calcio in ambienti ben più raffinati. Il fatto è che senza Champions il suo riscatto e quello di Cancelo e Lisandro Lopez, appaiono proibitivi. Siamo a 5 pareggi di fila. Guardando più indietro, siamo a 10 gare senza vittorie (8 in campionato più le 2 di Coppa Italia: 7 pari e 3 sconfitte). Un’altra non vittoria e sarà la peggior serie negativa di tutta la storia nerazzurra in Serie A. L’Inter è sull’orlo del baratro e Spalletti non sa come venirne fuori.
Una strada percorribile potrebbe essere quella di un cambio modulo. I nerazzurri segnano poco, e il gioco statico di Icardi non ne può essere certo la causa principale, dal momento che l’argentino è l’unico finalizzatore di livello per Spalletti. Il problema, semmai, risiede nello scarso numero di nerazzurri che attaccano l’area avversaria: troppo spesso, da quelle parti, i difensori hanno vita facile nel respingere al mittente ogni traversone, forti di una superiorità da 3 contro 1. Vecino accompagna l’azione soltanto di rado, Brozovic quando ha voglia, e in area c’è solo il centravanti, Icardi o Eder che sia, a cercare di smarcarsi in mezzo alle strette maglie della difesa. Arriva dunque la respinta corta e qui compare il secondo problema di Spalletti: l’Inter non ha tiratori da fuori, e dunque ecco quella irritante circolazione di palla al limite dell’area, coi vari nerazzurri che se la passano in attesa che uno di loro tiri fuori il tiro della domenica. Non accadrà mai, e dunque si torna sulle fasce, cross in mezzo e respinta. Punto e a capo in un circolo vizioso che non avrà mai fine e spazientisce il sempre numeroso pubblico di San Siro.
É anche un problema mentale ma è altrettanto vero che la testa si cura solo con le vittorie. Troppi nerazzurri presenti in rosa sono stati protagonisti e causa, dei cali vertiginosi che si ripropongono almeno da due anni a questa parte: l’impressione è di assistere all’ennesima replica delle stagioni passate ed è per questo che Spalletti deve dare una scossa tattica alla squadra. Il tecnico toscano, in queste gare, dovrà senz’altro individuare quel gruppo di tredici-quattordici giocatori che possano condurlo alla tanta agognata Champions, a costo di operare scelte importanti e, in qualche modo, rivoluzionarie. Con la prima vittoria, magari, tornerà anche la serenità, e il buio sarà passato. Ma il buio, da queste parti, è più buio che altrove. Perchè finchè la proprietà cinese percorrerà la strada dell’assordante silenzio, il capitano provocherà con post infantili sui social senza dare le dovute spiegazioni e si sentirà dire che: «Pastore non serve, non l’abbiamo mai trattato», la maglia nerazzurra diventerà sempre più grigia.