2013
Inter, Moratti: «Questo club non è unazienda, ma passione»
Il commento dellormai socio di minoranza del club nerazzurro.
INTER MORATTI – Tante le notti emozionanti di Massimo Moratti, ma tutte diverse. Lo è certamente quest’ultima, perché, a prescindere dalla sua decisione di restare o meno presidente dell’Inter, l’imprenditore non è più il patron del club nerazzurro. Moratti, prima di vivere questa strana nottata, ha raccontato al “Corriere della Sera” come è nata l’idea di cedere la maggioranza: «C’erano la volontà e la necessità di dare più forza alla società. Ad agosto 2012 avevamo raggiunto l’accordo con i cinesi, che era molto interessante perché prevedeva la costruzione di un nuovo stadio. L’operazione poi non è andata in porto, ma altri si sono fatti avanti per rilevare una quota. Alla fine ho pensato che Thohir potesse essere il miglior acquirente; l’idea di partenza era quella di cedere una quota di minoranza; lui invece aveva espresso la volontà di avere il 70% e abbiamo lavorato su questo».
RISPETTO – Moratti è sicuro di aver preso la decisione giusta: «In questo momento, forse c’è il sollievo di pensare che questa cosa l’hai messa in mani buone. Di questo sono sicuro perché è gente molto perbene. Questo è un momento di attenzione, nel quale non ci si può perdere nella commozione. Poi ci sono tutti i sentimenti che appartengono a una situazione del genere. Ma è il momento di verificare che tutto venga fatto per il bene della società. Ogni presidente dà una sua impronta, con il tempo ci potrà essere un’impronta anche diversa. L’importante è che sia sempre rispettosa di quella che è la storia dell’Inter, oltre che della propria attività e credo che queste persone abbiano in mente anche questo».
PASSIONE DI FAMIGLIA – L’ex patron nerazzurro ha spiegato cosa rappresenta per lui l’Inter: «La storia sotto un certo aspetto continua perché rimango comunque nella società. Poi vedremo se questa mia presenza sarà utile. Non l’abbiamo mai considerata un’azienda, ma una passione. È stata qualcosa che sentimentalmente coinvolgeva molto mio padre e di riflesso tutti noi. Ed è per questo che, quando c’erano state numerose sollecitazioni per un ritorno, non mi è sembrato giusto continuare a rimanere impermeabile. Così è nata l’idea di tornare nel 1995. Legarsi all’Inter significa avere la consapevolezza di compiere un viaggio avventuroso, che ti fa soffrire, ma che ti dà tante e continue emozioni».
FENOMENO – Riavvolgendo il nastro dei ricordi, Moratti ha rivelato i suoi due grandi colpi di mercato: «Penso a Ronaldo, a quello che ha significato il suo arrivo. È stato un grande investimento, che in qualche modo ha cambiato la storia. E poi penso a Ibrahimovic, che ci ha aiutato a vincere tre scudetti».
Massimo Moratti ha poi avvisato i tifosi, come riportato da “La Gazzetta dello Sport”, circa i prossimi movimenti di calciomercato: «L’operazione di mercato che davvero impressiona è quella di Bale e non credo che i tifosi nerazzurri possano aspettarsi qualcosa di simile. Le idee di base mi sono parse altre, poi però intervengono i sentimenti, la competizione con i rivali, chissà… Loro hanno le potenzialità per fare bene. Ma, ripeto, la questione prettamente sportiva va esaminata con calma, finora i discorsi sono stati riferiti all’espansione del club sui mercati mondiali, sulle strutture commerciali e finanziarie».