2014

Inter, Mazzarri: «So come vincere la Champions»

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INTER MAZZARRI – Walter Mazzarri si racconta in una bella intervista concessa a “Il Sole 24 Ore“. L’allenatore interista affronta numerosi temi: dall’arrivo di Nemanja Vidic a Kovacic, dalle sue somiglianze con Mourinho al presidente Thohir, dall’eliminazione delle italiane dalla Champions League alle sue possibilità di vittoria in futuro della Coppa Campioni.

L’USCITA DALLE ITALIANE DALLA CHAMPIONS – «Il monte ingaggi di una squadra si traduce quasi sempre nel valore che esprime in campo. Se un giocatore guadagna tanto è perché in passato ha dimostrato di meritare certe cifre. Insomma, la qualità fa sempre la differenza. E la qualità costa. Se si riducono gli ingaggi per far quadrare i bilanci, è normale che non arrivino nemmeno i risultati. Perché altrove, all’estero, continuano a portare avanti una politica diversa. Col tempo, creando giocatori in casa, si può tornare a essere competitivi a livello internazionale. Ma ci vuole tanto lavoro e tanta pazienza».

IL CAMMINO DELL’INTER – «Lo dico da sempre. Questo è un anno particolare, un anno nel quale bisogna investire sul lavoro per dare un’identità di gioco alla squadra. Dobbiamo lavorare sulla mentalità dei giocatori, perché siano disponibili a lottare per raggiungere grandi risultati. L’obiettivo di questa stagione è arrivare il più in alto possibile. Mancano ancora 11 partite e dobbiamo affrontarle tutte con lo spirito giusto. Alla fine, si tireranno le somme, non possiamo pensare ad altro».

THOHIR E L’EUROPA – «Ecco il grande equivoco che accompagna da sempre la mia carriera. Arrivo in situazioni in cui nessuno pretende niente, poi comincio a fare risultati non previsti alla vigilia e finiscono con il chiedermi sempre di più. Scherzi a parte, io vorrei che tutti gli addetti ai lavori fossero più attenti ai parametri riscontrabili nel calcio. Bisogna sempre considerare da dove arriva la squadra che mi viene consegnata, cosa ha fatto negli anni precedenti. Ecco perché ci tengo a finire bene quest’anno. Perché se finiamo bene, possiamo iniziare ancora meglio la prossima stagione».

OBIETTIVI DI MERCATO – «A me piacciono i giocatori che hanno nel proprio animo lo spirito e la voglia di migliorarsi sempre. Lo ripeto continuamente ai giocatori che alleno: se sei bravo, puoi diventare bravissimo. Non bisogna mai sentirsi arrivati, si può fare meglio. Anche se di poco, è possibile. La storia della mia carriera dimostra che è successo nel 99% dei casi. Con me, i giocatori sono sempre migliorati».

VIDIC – «Di Vidic parlerò alla fine della stagione, non è ancora un giocatore a mia disposizione. Posso dire però che per lui parla la sua carriera. Nel suo caso, non bisogna fare grandi discorsi».

SIMILITUDINI CON MOU – «Non devo dirlo io. Riconosco però che alcune affinità ci sono. Soprattutto nella difesa del gruppo, nel proteggerlo da quanto viene detto fuori dello spogliatoio. Nel fare da parafulmine nei momenti più difficili».

KOVACIC – «Ma l’anno scorso l’Inter ha vinto il campionato? No. Cosa deve interessare di più a un allenatore, la valorizzazione di un giocatore o la vittoria della squadra? Io posso far giocare chi volete e sono sicuro che lo faccio migliorare. Kovacic non tirava in porta, ora sta cominciando a farlo. E anche nella fase difensiva sta facendo progressi. E’ cresciuto molto, secondo me. E’ bravo, ma per far sì che faccia la differenza deve avere il tempo di completare il suo percorso di crescita. E’ stato catapultato in una realtà che non conosceva. Deve avere il tempo per capire cosa gli viene chiesto. Cosa preferisce il tifoso? Che io faccia giocare i giovani o che raggiunga grandi risultati?. In ogni caso, a fine anno mi rifaccia la stessa domanda. I conti si fanno sempre alla fine della stagione».

VINCERE LA CHAMPIONS – «Dipende dalla qualità della rosa che mi viene affidata, ma penso proprio di sì. Un allenatore può incidere tantissimo, ma non può fare miracoli. Detto questo, io penso che non mi manchi nulla per vincere».

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