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Inter, Marotta: intervista a 360° su DAZN: le sue parole

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le parole dell’ad dell’Inter, Beppe Marotta, sul mercato dei nerazzurri fino a questo momento. Le sue dichiarazioni

l’ad dell’Inter, Beppe Marotta, ha parlato ai microfoni di DAZN di vari temi del mercato nerazzurro in questa sessione. Dall’arrivo di Lukaku, a quelli mancati di Dybala e Bremer, fino alla situazione di Skriniar. Di seguito le sue parole.

OBIETTIVI INTER- «Direi una stagione aggressiva. Quando dico aggressiva vuol dire ricca di ambizione, di determinazione, di coraggio, di voglia di fare e di conquistare trofei e posizioni. Più forte delle altre? Difficile dire questo, perché tu credi di aver allestito una squadra forte però poi devi fare i conti con quello che hanno fatto le altre squadre. A mercato chiuso potremo fare delle valutazioni, io dico che l’Inter deve recitare un ruolo da protagonista e, al di là delle rose degli altri, deve essere competitiva»

LUKAKU- «Innanzitutto è l’occasione per ringraziare i miei collaboratori Piero Ausilio e Dario Baccin, che sono degli ottimi professionisti. Sono quelle pagine belle del mondo del calcio, laddove un giocatore che ti ha lasciato improvvisamente sente quasi il bisogno di ritornare fra gli amici a indossare quella maglia gloriosa che l’ha portato a vincere lo scudetto. Abbiamo avuto la fortuna, quelle cose che portano a una coincidenza di fattori che hanno fatto sì che il ritorno si potesse concretizzare. Come ho visto Lukaku? L’abbiamo ritrovato diverso, molto più leader e motivato. L’ho visto in un allenamento dove ha perso una partitella ed era molto arrabbiato, questo significa un grande attaccamento verso il suo lavoro. Sono molto contento che lui possa far parte del nostro gruppo».

DYBALA- Direi che si è parlato tanto. Io posso semplicemente dire che Dybala è un ragazzo serio, un grande professionista. Noi, e l’ho detto in tempi non sospetti, eravamo e siamo a posto in un settore offensivo di sicuramente grande valore. Non c’era spazio non perché non fosse bravo, ma perché non c’era necessità. Poi tutto come sempre è stato strumentalizzato e si rischia di fare brutta figura, ma non è così. Oggi l’Inter ha un reparto offensivo di grande valore e ce lo teniamo ben strettoSicuramente sì. Roma è la piazza ideale per lui, per sentirsi veramente un leader. Posso anche paragonarlo non dico a erede di Francesco Totti, perché è molto forte come concetto, ma come un giocatore che può dare soddisfazioni agli spettatori con le sue giocate. Chiaramente auguro a lui ogni bene».

BREMER- «Le cose sono andate semplicemente… Direi che qua è merito di Piero Ausilio, che da mesi lavorava su questa pista. Devo dire che Bremer è un grande giocatore, poi i nostri condizionamenti legati agli equilibri economico-finanziari non ci hanno permesso di arrivare a una conclusione. Abbiamo fatto la nostra corsa, poi quando arrivano delle offerte molto distanti dalla nostra è giusto che il venditore faccia la sua scelta, così come il calciatore che è stato molto bravo e un grande professionista. Di conseguenza è sfumata un’opportunità, ma devo essere sincero: i manager hanno l’obbligo di intraprendere delle strade che poi portano anche a conclusioni negative. Fa parte del gioco, però bisogna apprezzare la perseveranza con cui abbiamo portato avanti questa cosa»

SKRINIAR– «Abbiamo avuto questo incontro con i tifosi, ne siamo usciti ancora più rafforzati. Abbiamo notato una grande passione di questi rappresentanti, abbiamo notato come loro e decine di migliaia di sottoscrittori degli abbonamenti hanno questa fede. Non è assolutamente una protesta, ma dei chiarimenti. Noi abbiamo detto che da una parte abbiamo l’obbligo di fare una squadra competitiva, dall’altra di guardare all’equilibrio economico-finanziario. Skriniar è un giocatore fortissimo, non necessariamente dev’essere messo sul mercato. Abbiamo avuto dei contatti nelle scorse settimane e una richiesta, tutto sarà valutato».

PROMESSA- «Fa parte delle dinamiche ma il tifoso deve stare attento, perché la squadra sarà competitiva. E deve esserlo, nel rispetto della fiducia che loro stessi ci hanno dato. Io ho accettato questo confronto, coi miei collaboratori che con me sono scesi a questo confronto. Ho notato questa passione, l’abbiamo visto anche nell’ultima partita contro la Sampdoria. Una manifestazione di affetto che ha rappresentato il giusto connubio fra squadra e tifoseria».

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