2016

Quando Mancini disse: «Insulti in campo? L’importante è che finisca lì»

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Era il 2000, in occasione degli insulti razzisti tra Mihajlovic e Vieira in Lazio – Arsenal

La polemica dell’anno è stata servita su un piatto d’argento. Napoli – Inter, gara valida per i quarti di finale della Coppa Italia, ha vissuto un clamoroso epilogo finale con gli insulti omofobi del tecnico del Napoli, Maurizio Sarri, rivolti a Roberto Mancini, allenatore dell’Inter, che ha successivamente esposto pubblicamente quanto gli ha proferito Sarri, appellandolo come “frocio” e “finocchio“. Recidività per il tecnico del Napoli, Sarri, che già ai tempi dell’Empoli si lasciò sfuggire una frase di troppo, quando, dopo una partita a Varese del suo Empoli, il mister azzurro si lasciò sfuggire la frase: «Il calcio italiano sta diventando una cosa da froci». 

IL PRECEDENTE – La Gazzetta dello Sport, tuttavia, ripercorre quanto accaduto nel 2000, ai tempi del Mancini calciatore, quando l’allora attaccante della Lazio minimizzò la polemica scoppiata in un Lazio – Arsenal tra i calciatori Sinisa Mihajlovic e Vieira, vicendevolmente accusati di epiteti razzisti: «Nel corso di una partita l’agonismo esasperato può portare a momenti di tensione e di grande nervosismo. Credo che anche qualche insulto ci possa stare. L’importante è che tutto finisca lì» spiegò qualche giorno dopo al Salone Nautico di Genova. 

 

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