Tardelli: «Heysel? La UEFA ci obbligò» - Calcio News 24
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2015

Tardelli: «Heysel? La UEFA ci obbligò»

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Il doppio ex di Inter – Juve torna anche sulla parentesi da allenatore

Il suo urlo nella finale dei Mondiali 1982 è stato un inno per molte generazioni, ma per Marco Tardelli l’inizio della carriera da calciatore fu tutt’altro che facile. Lo ha raccontato oggi nel corso di una intervista riassaporando i momenti migliori della sua vita calcistica alla vigilia del derby d’Italia tra Inter e Juventus, una partita che per lui vale molto dal punto di vista simbolico. Tra gli eventi di cui però Tardelli ha parlato non poteva manca quello relativa alla tragica notte dell’Heysel, quando la Juventus alzò la Coppa Campioni contro il Liverpool nonostante i trentanove morti bianconeri in campo. Un momento buio della storia del calcio: l’ex centrocampista bianconero allora c’era. «E’ il giorno in cui il calcio ha perso: io ero andato sotto la curva per cercare di evitare il peggio», le parole di Tardelli.

TARDELLI: TRA HEYSEL E DERBY – «Noi sapevamo qualcosa, non tutto: davanti allo spogliatoio era arrivato un padre col bambino in lacrime, ma c’era voci di un solo morto. La verità: apprendemmo solo dopo. Abbiamo sbagliato a fare il giro di campo, io non posso pensare a quella sera senza pensare alle vittime: non ho mai sentito di aver vinto quella coppa, ma fummo costretti a giocare. La UEFA non voleva perdere i soldi dei diritti televisivi – il racconto di Tardelli al Corriere dello Sport . La mia esperienza da allenatore dell’Inter? Sono sincero: non mi trovai bene con qualche giocatore, ma non Christian Vieri. Era serissimo negli allenamenti. Ma la verità è che quella squadra era combinata male. Avevo chiesto che venissero acquistati dei giocatori che poi, alla fine, non arrivarono»

GLI INIZI DI TARDELLI – Sugli inizi: «Mi hanno scartato tutti. Ma proprio tutti. Dicevano che ero troppo magro. Non avevano torto, ma si fermavano lì. Poi il Pisa cambiò idea e fui acquistato». Su Enzo Bearzot, c. t. dell’Italia campione del mondo 1982: «Era una persona colta, molto colta, severa con sé stesso prima che con gli altri. La notte, lui sapeva che non riuscivo a dormire, veniva a recuperarmi e passavamo ore a parlare. Mi disse, nel cuore della notte “Gioca nel modo più semplice e vedrai che tutto andrà bene”. Non era amato dai giornalisti perché non dava esclusive, trattava tutti allo stesso modo. Sul silenzio stampa ci disse che lui aveva il dovere di fare le conferenze stampa ma che se noi avevamo deciso così, lui era con noi». Il pronostico di Inter – Juventus di Tardelli? 0 a 0

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