Editoriale

Inter Juve, le trappole di Allegri per scompaginare la Supercoppa

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Inter Juve assegna la Supercoppa italiana e il primo trofeo della stagione: favoriti i nerazzurri, ma occhio alle trappole di Allegri

Un titolo è sempre un titolo, motivo per cui Inter Juve di questa sera non può essere considerata una semplice sfida tra le storiche nemiche. Che poi, di semplice, quando si incontrano nerazzurri e bianconeri c’è sempre poco o nulla. A maggior ragione quando in palio c’è il primo trofeo stagionale.

La gara secca di Supercoppa italiana infiammerà San Siro nella edizione numero 33 della manifestazione che il club presieduto da Andrea Agnelli proverà a vincere per la decima volta nella sua storia. Una stella virtuale che sarà però decisamente complicata da apporre sulla divisa.

Le otto vittorie consecutive in Serie A mettono i ragazzi di Simone Inzaghi sul piedistallo, inevitabilmente favoriti dall’alto di una condizione psicofisica vicina al top. E non mancherà nessuno, dunque il tecnico piacentino potrà schierare l’undici titolare o giù di lì. Con la variabile Sanchez a insidiare il rientrante Dzeko come unico o quasi punto di domanda, insieme al più canonico ballottaggio tra Dumfries e Darmian.

Ben diversa la situazione sul fronte opposto, con Max Allegri impegnato a fare la conta degli indisponibili: dagli squalificati Cuadrado e De Ligt, agli infortunati Chiesa e Danilo, passando per la discutibile vicenda Szczesny e per la volontà di non forzare troppo la mano sulla condizione non ottimale di Bonucci e Dybala.

Insomma, il tecnico livornese sarà costretto agli straordinari e soprattutto obbligato a estrarre dal cilindro il proverbiale coniglio. La classica “allegrata” con cui scompaginare i piani che mai come in questa occasione vedranno la sua Juve partire ben distante nei pronostici rispetto alla corazzata campione d’Italia. E magari prendersi la rivincita a distanza di quasi diciassette anni, quando nell’unico precedente in Supercoppa l’Inter di Mancini sorprese i fenomenali bianconeri di Capello al Delle Alpi con una rete di Veron. Quella sì che fu una gran trappola.

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