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Inter in difficoltà o è sempre la più forte? Le risposte di Tardelli, Sacchi, Prandelli, Stramaccioni, Benitez e Capello

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Le parole di vari esperti come Tardelli, Sacchi, Prandelli, Stramaccioni, Benitez e Capello sulle difficoltà stagionali dell’Inter

«Inter, dipende solo da te»: è il titolo scelto da La Gazzetta dello Sport per riassumere il parere di 6 opinionisti che analizzano momento e prospettive dei nerazzurri, attualmente a -3 dal Napoli ma con una gara, quella di Firenze, da recuperare prima o poi. Ecco una sintesi delle posizioni.

MARCO TARDELLI«Gli infortuni e le assenze di uomini di peso come Calhanoglu hanno inciso, come pure incide il fatto che il Napoli non giochi le coppe e sia meno esposto al rischio di problemi fisici».
ARRIGO SACCHI«Certo, il momento attuale è delicato, perché se non è facile arrivare al successo, ripetersi è ancora più complicato. Ecco perché l’Inter adesso dovrà dimostrare di avere una certa maturità».
CESARE PRANDELLI«Molto dipenderà dalla tenuta fisica di Calhanoglu, calciatore mai banale, ma in campionato nessuna squadra ha tante frecce come l’Inter: lo scudetto è in mano sua, nella misura in cui riuscirà a dimostrare sul campo questa superiorità, giornata dopo giornata».
ANDREA STRAMACCIONI«Resto convinto che l’Inter sia la più attrezzata di tutta la Serie A, sia tecnicamente che mentalmente. Lo dicevo ad agosto, prima che il campionato iniziasse, lo ripeto adesso che i nerazzurri inciampano più spesso, come accaduto tra il derby di Supercoppa e il Bologna. L’Inter è la più forte perché ha l’organico migliore e ha profondità: soluzioni tecniche ed esperienza internazionale, tutto in casa nerazzurra è di altissimo livello».
RAFA BENITEZ«L’Inter è sicuramente la squadra con l’organico più ampio e dunque in grado di fronteggiare gli impegni e pure gli infortuni che, in questo ultimo periodo, l’hanno colpita».
FABIO CAPELLO«I nerazzurri sono indubbiamente i più attrezzati per arrivare in fondo come primi, ma la superiorità va sempre dimostrata sul campo. Bisogna capire, soprattutto, se la squadra di Inzaghi abbia voglia di giocare come prima di Riad, con la stessa aggressività e con controllo totale sulla partita, o se conserverà questo nuovo stile che abbiamo visto recentemente, più orientato all’attesa e al contropiede. Prima non era così, prima l’Inter dominava a prescindere, pressava gli avversari, rubava palla nel minor tempo possibile; adesso, invece, si chiude un po’ troppo e aspetta prima di ripartire».

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