2009
Inter, i piagnistei sono un alibi e non fanno punti
Da quando l’Inter ha preso a lamentarsi, a parlare di complotto e a piangersi addosso, ha smesso di giocare e ha accusato una flessione di gioco e di rendimento che deve far riflettere.
Ormai molti giocatori sono al limite dell’isteria e sembrano condizionati dalle parole dei dirigenti nerazzurri e dalle sceneggiate del loro allenatore.
Sabato sera a Roma hanno perso una partita che in altre epoche, quando la concentrazione era sugli avversari e non sui vaneggiamenti, avrebbe vinto con facilità .
Due sole vittorie nelle ultime otto partite contro avversari modesti (l’Udinese quando era in piena crisi e il Livorno) dovrebbero far riflettere.
Parlare e straparlare di complotti, come era prevedibile, ha fatto perdere tranquillità alla squadra e la cattiva gestione del caso Balotelli ha creato solo confusione.
Non possono bastare le chiacchere di Mourinho, di Oriali e di Paolillo a giustificare un crollo nervoso di simili proporzioni.
A meno che i giocatori abbiano smesso di credere nelle loro possibilità , rifugiandosi dietro il più comodo degli alibi.
Contro la Roma sono saltati i nervi a Chivu, Lucio e Maicon che dovevano essere espulsi (meritavano un rosso anche Perrotta e forse Menez), mentre Cambiasso ed Eto’o, due che solitamente si comportano bene, hanno reagito con proteste fuori luogo, mostrando anche loro di avere nervi scoperti e stravolti.
La mia personale sensazione è che lo scudetto l’Inter non possa perderl anche volendo, ma se in casa nerazzurra qualcuno ha dei dubbi, è meglio che faccia un esame di coscienza approfondito.
A forza di mostrare manette, straparlare di complotti, forse a livello inconscio qualche giocatore comincia a credere più nelle chiacchere che nelle proprie forse.
E sarebbe il più grave degli errori.
Franco Rossi – www.francorossi.com