2014
Inter, Hernanes: «Voglio aiutare questo club a tornare grande»
Le parole del centrocampista brasiliano in vista del big match contro la Roma.
INTER HERNANES – Cercato nel 2010, Hernanes è riuscito a trasferirsi all’Inter quattro anni dopo. Un passaggio scritto nel destino? «Ai tempi in cui firmai l’accettazione di una proposta avevo 4-5 procuratori, dunque non ho mai avuto la certezza di quanto quell’ipotesi fosse concreta. E dunque non ho mai pensato che l’Inter mi avesse solo illuso. Penso che al mondo ci siano 9-10 top club e l’Inter sia uno di questi: mi ha sempre dato la sensazione di essere una grande squadra e esserci arrivato significa poter contribuire a farla tornare grande», ha spiegato il centrocampista nerazzurro ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”.
“DIPENDENZA” – L’Inter si è subito legata al “Profeta”, tanto che qualcuno parla di “dipendenza”: «A me non piace sentirmi determinante, ma importante per quello che posso dare in campo e anche fuori dal campo: non conta solo quello che fai con un pallone fra i piedi. Posso essere importante perché sono arrivato qui nel pieno della maturità, forse nel miglior momento della mia carriera e con una voglia incredibile di fare cose che lascino un segno. Mi piace giocare mezzala perché amo anche rientrare, provare a rubare palla, aiutare la squadra, essere sempre in movimento e anche attaccare arrivando da dietro, per trovare più libertà di tiro. Da trequartista capita dover aspettare la palla che arriva, da regista basso sei troppo lontano dalla porta».
CONDIZIONE – Sul problema all’adduttore che ne ha condizionato l’impiego, il brasiliano ha spiegato: «In realtà è un problemino che risale alle ultime partite con la Lazio. E’ vero che ho la soglia del dolore alta, ma fermarmi e non giocare Inter-Cagliari è stata una scelta di prudenza giusta. Ora invece sto meglio, negli ultimi due giorni ho fatto tutto con la squadra, compresi tiri e partitella. E comunque, anche quando mi sono allenato a parte, ho sempre continuato a correre: così non ho perso la condizione. Per dare un contributo non bisogna per forza giocare dall’inizio: possono bastare anche meno di 90’».
BIG MATCH – A proposito della prossima sfida contro la Roma: «Di sicuro non mi aspettavo che partisse con dieci vittorie di fila, soprattutto dopo la botta della finale di Coppa Italia persa contro la Lazio. Poi si è capito che non è stata una “risposta” a quella delusione, ma il frutto di tanta qualità: è per quello che stanno durando anche dopo la partenza sparata. Come si affrontano? Giocando come loro. Ritmo, pressing alto in fase di non possesso e grande attenzione a non sbagliare “in uscita”: ogni errore può essere un loro contropiede e in contropiede la Roma fa male. La Roma non può non essere ancora un’avversaria speciale, dopo esserlo stata con tanta intensità per tre anni e mezzo. Ma io con i romanisti sono sempre stato in pace, e loro con me: mi chiedevano di fare una foto e poi mi dicevano “Ahò, guarda che sò romanista”. Il gol più importante segnato alla Roma è quello non su rigore, forse il più bello della mia carriera: cambio gioco di Lulic, stoppo con il destro, fingo di tirare, me la porto sul sinistro e palla all’incrocio. Però se domani sono in campo e ci danno un rigore, sono pronto a prendere la palla e a tirarlo, se toccherà a me».
OBIETTIVI – Hernanes ha analizzato poi il percorso per raggiungere i traguardi prefissati: «Tornare in Europa conta di più, ma è un traguardo che va costruito. E il mattone di una buona partita all’Olimpico può essere importante. Se mi hanno chiamato molti laziali, per chiederle di far male alla Roma? Non ho più la scheda con il numero conosciuto, quello dove mi avevano scritto 25.000 messaggi su WhatsApp e più di 2.000 sms quando lasciai la Lazio… Mondiale? Credo che un posto per me nella Seleçao alla fine ci sarà. Non ho scelto l’Inter per questo, ma l’Inter potrà aiutarmi: non mi sono messo in gioco a caso, cercando qualcosa di diverso rispetto a quello che avevo già. Spero che, anche grazie a me, l’Inter ricominci a raccogliere: vittorie».