INTER GUARIN ROMA MAZZARRI – Fredy Guarin spera di tornare presto al 100%, magari già dalla sfida di domani sera tra la sua Inter e la Roma. Una sfida inaspettatamente da primissimi posti della classifica, con il centrocampista colombiano che, come si legge stamani in un’intervista rilasciata per la Gazzetta dello Sport, sa perfettamente che il percorso intrapreso dalla nuova Inter è ancora all’inizio: «Mi sento bene, quello che conta è che la squadra stia andando forte. Io sento la condizione migliorare gara dopo gara. Quando arriverà il vero Guarin? Non mi piace fare percentuali, ma sono il primo ad essere critico con me stesso. E so che c’è ancora tanto da fare. Sino ad ora stiamo facendo cose importanti, ma manca tantissimo. E’ una strada positiva ma ancora lunghissima. Non abbiamo fatto ancora nulla.»

CHE BELLA ROMA – Guarin ha parlato anche dell’inizio eccezionale della Roma, in testa alla classifica e a punteggio pieno dopo le prime sei giornate: «Loro stanno facendo benissimo e nessuno si aspettava questa partenza. Sarà una gara che ci darà tanta forza. Come avvenuto contro la Fiorentina, un’altra diretta concorrente che gioca un buon calcio. Nei giallorossi ci sono tanti campioni, sarà un bell’esame. Un vantaggio non fare le coppe? Sì, soprattutto perché hai molto più tempo per lavorare su ogni dettaglio invece che viaggiare. Quanto manca la Champions? Mi manca tanto, una squadra come l’Inter dovrebbe giocarla ogni anno. Dobbiamo tornarci subito, anche per i tifosi. Buone partenze nonostante i cambi in panchina? Non sono così sorpreso. Succede quando c’è un gruppo che ha voglia di riscattarsi e arriva un allenatore con l’idea fissa di lavorare e lavorare.»

CON IL PUBBLICO – In chiusura, Guarin ha commentato anche il suo rapporto di amore e “odio” con il popolo che tifa Inter, che spesso ha avuto occasione per beccarlo: «Non è facile gestire certe situazioni quando hai la testa “calda”. In quel momento non ero sereno perché non ero soddisfatto della mia prestazione. Le accuse ricevute lo scorso Natale? Più che quell’episodio, quando fu un piacere far venire in Italia la mia famiglia, ai tifosi potrei ricordare che ai tempi del Porto, per venire all’Inter dissi di no alla Juve. Quanto mi manca il gol? Tanto, anche perché ne ho sempre segnate in carriera. Ma la mia storia dice che quando ne faccio una poi ne arrivano subito altre. Se mi toglie tranquillità? Assolutamente no, perché sto giocando più di squadra. Tatticamente sono molto cresciuto e questa è la cosa che mi dà più soddisfazione. Ora sto anche giocando più indietro rispetto alla scorsa stagione in cui facevo il trequartista e qualche volta anche la seconda punta.»