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2017

Inter squadra in fasce e non ancora grande, da cui le difficoltà contro le piccole…

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joao miranda inter

Contro il Crotone l’Inter vince di misura come con la Spal. Il problema è un gioco anacronistico che ha il solo regista in Borja Valero e che non funziona se si deve fare la partita.

L’Inter di Spalletti continua a vincere, e sembra quasi paradossale considerando la fatica palesata nelle ultime due giornate contro squadre di molto inferiori rispetto a quelle affrontate ad agosto. Contro Spal e Crotone risultati meno rotondi che contro Fiorentina e Roma, ma soprattutto prestazioni meno brillanti. Come si spiega questa inverosimile tendenza di una rosa da cui sarebbe più comprensibile aspettarsi delle difficoltà solo con le avversarie che competono per i medesimi obiettivi? Il fulcro del problema è il gioco, che tra i nerazzurri è perfino anacronistico: il 4-2-3-1 funziona grazie al lavoro degli esterni alti Candreva e Perisic intorno al bomber principe Icardi, e si vedono ben poche trame per le vie centrali se non dai piedi di Borja Valero.

JOAO-MARIO, IL PERDI-PALLONI – Lo spagnolo è stato l’uomo fortemente voluto e ricercato da Spalletti appena dopo aver messo piede alla ‘Pinetina’, per colmare perlomeno nell’undici titolare la mancanza di un regista. Tale lacuna a centrocampo aveva afflitto la rosa interista nelle precedenti stagioni, e in molti ne avevano individuato la causa di tutti i mali; oggi in quella zona gioca ancora Joao Mario, in ottima forma e uno dei migliori elementi, ma che a Crotone ha patito i pochi spazi lasciati dai calabresi come dimostra una statistica resa pubblica dalla Gazzetta dello Sport: il portoghese partecipa alla manovra toccando 61 volte i palloni, ma di questi ne perde 17 e non riesce ad inventare soluzioni smarcanti per i compagni in attacco.

BORJA VALERO TROPPO ARRETRATO E JOAO MARIO TROPPO AVANZATO? – Fortuna che a fare questo c’è Borja Valero, il quale però continua ad essere schierato mediano dal tecnico. Forse invertire i due potrebbe essere l’ideale per aiutare il numero 10 a non trovarsi sempre spalle alla porta, mentre l’ex viola andrebbe così ad occupare il corridoio centrale che più gli si addice per i compiti che gli spettano e lo rinforzerebbe adeguatamente. All’Inter del passato si diceva mancasse il “fosforo” per saper ragionare in mezzo al campo, adesso un po’ ce n’è ed è Borja (anche se talmente prezioso da essere insostituibile), ma va sfruttato: perché è così che si impone il proprio gioco quando di fronte trovi una rivale che punta solo a chiudersi a protezione dell’area di rigore e non ti lascia correre con gli esterni. Questo è il passo che si deve fare se si vuole diventare grandi, e non essere più solamente una squadra…in fasce!

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