2018

Inter, la caporetto con l’Atalanta ha tre cause: ecco quali

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L’Inter giunge alla sosta nazionali con la peggior prestazione della stagione, culminata con la pesante sconfitta sul campo dell’Atalanta

Ci sono molti fattori che possono descrivere il crollo fisico e psicologico dell’Inter nella trasferta contro l’Atalanta, un 4-1 che rappresenta il peggior passivo dell’era Spalletti e che è costato ai nerazzurri il secondo posto in classifica. Sicuramente, però, alcuni di questi hanno influito più di altri nel determinare quella che da molti tifosi è ritenuta una vera e propria disfatta.

Poca costanza e tanti alti e bassi

Luciano Spalletti si è assunto tutte le responsabilità per la sconfitta, sottolineando tuttavia come la squadra fatichi ancora a tenere alta la concentrazione, finendo spesso col concedere qualcosa di troppo agli avversari. Niente di nuovo in questo senso. L’Inter ha abituato in questi anni a prestazioni decisamente altalenanti, spesso culminate con partite disputate ad altissimo livello cui hanno fatto seguito tracolli inspiegabili e di lunga durata. L’ultimo episodio in ordine di tempo risale al successo per 5-0 di San Siro contro il Chievoverona datato dicembre 2017: l’ultimo prima del preoccupante calo che ha accompagnato i nerazzurri fino a febbraio. All’epoca l’Inter non aveva giustificazioni, mentre quest’anno una parziale scusante può essere giocata dai frequenti match disputati tra campionato e Champions, che molto possono influire sul rendimento complessivo della squadra.

Un parco riserve inadeguato

Ma per una società che punta a colmare il gap con le rivali di Juventus e Napoli, queste improvvise involuzioni devono trovare un rimedio immediato. Soprattutto alla luce degli ultimi successi riportati da entrambe nell’ultima giornata, che di fatto hanno dimostrato come si possa riuscire a tenere sempre alta l’asticella anche di fronte a molteplici impegni. Come mai, dunque, l’Inter non riesce a compiere quest’ultimo, decisivo salto di qualità? Cosa la separa ancora dalle due compagini rivali? Per quanto l’aspetto mentale svolga un ruolo sicuramente importante, in questo momento i limiti dei nerazzurri sembrano concentrarsi soprattutto sull’organico a disposizione, insufficiente a gestire due competizioni di questo tipo. La rosa presenta complessivamente un undici titolare di grande forza fisica e qualità tecnica, che non trova tuttavia le medesime conferme tra le riserve, spesso inadeguate per dare un contenuto significativo a questi livelli.

Poca esperienza

Napoli e Juventus hanno da tempo superato questo limite, costruendo squadre complete per combattere su più fronti e agire con turnover significativi che gli consentono tuttora di portare a casa ottimi risultati tanto in Serie A quanto in Champions. In tutto questo non bisogna dimenticare la grande esperienza e i grandi risultati conseguiti da tecnici di caratura internazionale come Allegri e soprattutto Ancelotti, entrambi abituati a gestire la pressione del doppio impegno settimanale, cosa di cui evidentemente Spalletti ancora non ha il pieno controllo.

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