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Inter, la versione Calha: cosa ha detto in procura e cosa rischia a livello sportivo
Ieri è stato il giorno di Calhanoglu, centrocampista dell’Inter, in procura per testimoniare per l’indagine sulle curve
Ieri è stato il giorno di Calhanoglu in procura a Milano per le indagini sulle curve di Inter e Milan. Il regista turco di Simone Inzaghi è il terzo nerazzurro chiamato come testimone (con il il Calabria sentito per i rossoneri).
Il centrocampista ha ammesso di avere avuto contatti diretti con Marco Ferdico, ex capo degli ultras nerazzurri, ora in carcere con l’aggravante mafiosa. Inolte Calha ha ammesso che la società gli aveva caldamente raccomandato di non avere contatti con gli ultras: oltre a Ferdico infatti aveva incontrato, ma senza conoscerne il background criminale, Andrea Bellocco, affiliato all’Ndrangheta e ucciso il 4 settembre a Cernusco sul Naviglio da Andrea Beretta. Adesso la procura federale aspetterà di ricevere le carte dai magistrati milanesi. Attenzione però, Calhanoglu non è indagato, esattamente come gli altri giocatori dell’Inter. La partita si giocherebbe infatti solo ed esclusivamente in sede sportiva e la presunta violazione dell’articolo 25 del Codice di Giustizia Sportiva.
In tale articolo, sottolinea il quotidiano, il comma 10 prevede che “è fatto divieto di avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società”. In sostanza, oltre all’ammenda di venti mila euro da pagare il rischio sarebbe di una squalifica di una o al massimo più giornate. Il condizionale è però d’obbligo, e finchè non verranno aggiunti altri pezzi nulla è scritto. Il procuratore federale Giuseppe Chinè ha aperto un fascicolo.