2017
Inter, Joao Mario via o è una soluzione ai problemi?
Inter, che si fa con Joao Mario? Tra calciomercato in arrivo e soluzioni interne: mister Spalletti sfoglia la rosa
Quaranta milioni di euro, più cinque di base variabile: è l’importo per cui l’Inter, negli attimi finali dell’estate di calciomercato 2016, si garantiva le prestazioni dell’asso lusitano, strappandolo così allo Sporting Lisbona ed alla concorrenza internazionale che gravitava intorno al suo cartellino. Con Joao Mario arrivava anche Gabigol dal Santos: storie di grandi investimenti che non hanno risposto alle aspettative derivanti dall’entità delle operazioni. Dalle parti nerazzurre in passato era accaduto spesso. Storie differenti ad ogni modo: per il giovanissimo attaccante brasiliano si è subito scelto di procedere ad altre vie, per il fresco campione d’Europa con il suo Portogallo – protagonista nella kermesse di Euro 2016 – la volontà è invece stata quella di provare a camminare insieme. Seppur con considerazioni parzialmente riviste rispetto all’eco iniziale.
La storia tra Joao Mario e l’Inter
Stagione tormentata – quella scorsa, ossia la prima di Joao Mario con la maglia dell’Inter – che si è portata dietro un po’ tutto e tutti: arduo salvare qualcuno che non si chiami Icardi o Handanovic. Ecco Perisic se vogliamo, ma in un quadro generale in cui la deriva deve necessariamente includere tutte le parti in causa: dalla proprietà alla dirigenza fino a giungere ai discutibili avvicendamenti alla guida tecnica ed ai calciatori, colpevoli di non aver messo sul piatto neanche quella grinta necessaria in frangenti così deludenti. In questo puzzle il pezzo di Joao Mario ha trovato la sua collocazione: qualche sprazzo di qualità disseminato qua e là, tanta discontinuità e poca chiarezza sulla mansione da svolgere. Sulla carta raccordo tra la mediana ed il comparto offensivo, nei fatti una pedina che ha faticato a trovare spazi tra le linee avversarie, per poi scomparire dal campo in più di un’occasione. La svolta ha preso il nome di Luciano Spalletti: l’Inter ha scelto l’ex allenatore della Roma per ridarsi un tono, ancor più che la campagna acquisti (come accade per chi crede che dal calciomercato possano arrivare tutte le soluzioni) è stato individuato nella gestione tecnica la reale discriminante del tutto.
Joao Mario con Spalletti
La pagina Spalletti però, se si sta rivelando felice per l’Inter, non lo sta facendo altrettanto per le sorti di Joao Mario. Partiamo dal quadro complessivo: al di là degli entusiasmi di alcuni addetti ai lavori, che troppo frettolosamente si sono lasciati attrarre nella rete ed hanno cominciato a parlare di scudetto, dimenticando lo stato più avanzato di parte della concorrenza, la gestione Spalletti ha normalizzato l’Inter. In campo, dove oggi si assiste al lavoro di una squadra organizzata nella disposizione, nelle letture e nei movimenti, nella classifica, lì dove l’Inter è tornata a competere per gli obiettivi che le sono storicamente consoni. Nell’assetto base scelto dal tecnico toscano non ha però trovato spazio Joao Mario: Spalletti ha sostanzialmente scelto di affidarsi alla coppia ex Fiorentina Borja Valero–Vecino, uno di ordine e l’altro di passo, affiancandogli a turno – secondo le contingenze della gara e le caratteristiche dell’avversario – Gagliardini in mediana o Brozovic sulla trequarti. In questo ultimo caso con il contestuale spostamento di Borja Valero, al fianco proprio di Vecino. E Joao Mario? Complice l’assenza dal fronte internazionale e qualche problemino fisico di troppo, ha trovato il campo con scarsa continuità: 466 minuti, il corrispettivo di cinque partite intere, gran parte dei quali nelle prime gare di campionato. Chance in cui ha comunque trovato il modo di servire cinque assist ai compagni.
Inter-Joao Mario: l’attualità
Se la sensazione è stata quella di un’uscita dai radar del tecnico, il malcontento è stata la logica conseguenza: mai una parola fuori posto, ma è ovvio dedurre che il calciatore portoghese non abbia alcuna intenzione di mettere a repentaglio la sua presenza al prossimo Mondiale. Classe 1993 e nucleo del suo Portogallo campione in carica sul versante europeo, probabilmente l’ultima Coppa del Mondo da giocare con la stella planetaria Cristiano Ronaldo: un’occasione che nessuno avrebbe intenzione di perdere. Non che Joao Mario allo stato dell’arte rischi il posto, ma certamente non gioca in suo favore l’attuale scarso utilizzo nel club di appartenenza. La soluzione del calciomercato, soprattutto quando si è a fine dicembre e la sessione invernale è così vicina, viene logicamente tirata in ballo: trovare nei fatti una squadra che lo valorizzi a dovere, sia nel riconoscimento economico all’Inter che nell’impiego in campo. Tutt’altro che agevole. L’altra via si chiama Inter, ancora Inter: Spalletti tramite il suo utilizzo può trovare una carta probabilmente di maggiore qualità rispetto a quelle attualmente giocate. Forse meno inquadrato tatticamente rispetto ad altri colleghi, più nel vivo dell’Inter ad oggi per ovvie questioni, ma un calciatore dalle caratteristiche differenti. Che può servire a Spalletti per legare la squadra più di quanto sia riuscito in diverse occasioni: situazioni in cui Icardi, non ce ne voglia nessuno, è apparso per larghissimi tratti di gara lasciato alle sue sorti. Non può funzionare sempre, non può bastare: se non c’è gioco alla lunga paghi. I singoli possono fare miracoli, ma non per l’intero arco di un torneo così lungo. Che la carta Joao Mario sia ancora tutta da giocare?