2020
Barella principe in zona di rifinitura: ecco come è diventato faro dell’Inter
La crescita di Nicolò Barella ha illuminato sin qui le zoppicanti performance dell’Inter: merito anche dei nuovi compiti tattici in fase di rifinitura
L’inizio di stagione dell’Inter è finora costellato da diversi problemi: il gioco è un po’ troppo prevedibile, con oltretutto qualche difficoltà difensiva di troppo a palla persa. Una delle poche note liete consiste nel rendimento di Barella, forse il giocatore più in forma della squadra.
Al Cagliari, il centrocampista sardo sembrava un giocatore soprattutto di fatica e intensità in mezzo al campo. Al contrario, nel sistema tattico disegnato da Conte, Barella ha modificato sensibilmente i propri compiti, mostrando aspetti del gioco che in molti sottovalutavano. Pur con l’intenzione di ruotare spesso i centrocampisti, possiamo oggi definire quello dell’Inter come un 3-4-1-2.
Contrariamente alle attese, non è Vidal la mezzala che gioca vicina alle punte, visto che il cileno è schierato come equilibratore davanti alla difesa. Una posizione che, come abbiamo scritto qui, non sta certo esaltando l’ex Barcellona. Al contrario, è Barella che agisce da vertice alto del centrocampo, con compiti spiccatamente offensivi in fase di possesso.
Nel gioco di Conte, che sta estremizzando la ricerca per Lukaku e le punte, è fondamentale che il trequartista vada sulle palle a rimorchio: deve raccogliere le sponde del belga e attaccare così gli spazi che si creano. Anche questo spiega come mai Eriksen, un palleggiatore che si esalta nel fraseggio sul corto, sia praticamente ignorato da Conte, poiché andrebbe in difficoltà in un gioco così fisico e diretto. Al contrario, Barella si esalta, perché fa valere la sua intensità e le sue grandi letture senza palla.
Quando l’Inter schiaccia l’avversario, il sardo è ormai una punta aggiunta che gioca vicina alle altre due. Uno dei molti esempi lo abbiamo visto in Shakhtar-Inter, dove i nerazzurri hanno provato per tutta la gara a perforare il bunker ucraino. Brozovic e Vidal rimanevano bloccati, al contrario Barella giocava molto avanzato a destra per associarsi con D’Ambrosio e Hakimi. Era lui, tra i centrocampisti quello con compiti offensivi.
Si vede qui. Barella è molto più alto di Brozovic e Vidal.
Real Madrid-Inter è stata forse la miglior partita del sardo. L’ex Cagliari si è mosso molto bene senza palla, le sue ricezioni tra le linee hanno creato grossi problemi al Real Madrid: Casemiro era spesso in ritardo su di lui, come avvenuto in occasione del bellissimo assist per Lautaro. Non a caso, l’Inter ha trovato varchi soprattutto a destra, con Barella e Hakimi che si trovavano spesso in superiorità numerica contro Mendy.
Il match di Madrid ha confermato soprattutto la sua grande crescita senza palla, un grande talento nell’individuare – anche in zone avanzata del campo – la zolla in cui ricevere libero.
Una delle molte ricezioni tra le linee di Barella che hanno bucato il pressing del Real Madrid.
I dati esprimono bene la crescita offensiva del giocatore. Barella ha già effettuato 3 assist in Serie A (più uno in Champions), appena uno in meno dei 4 della stagione scorsa. L’ex Cagliari ha moltiplicato quasi tutte le statistiche in zona di rifinitura: fa 2.6 passaggi chiave ogni 90′ contro gli 1.07 dell’ anno scorso, ed ha un totale 0.31 Expected Assists ogni 90′ (nella stagione passata si era fermato a 0.09). A parte Sanchez, che però ha giocato appena 187′ in Serie A, nessun interista genera più occasioni di Barella.
Inoltre, anche se fin qui non ha ancora segnato, conclude molto di più verso la porta: 1.8 tiri ogni 90′ con 0.16 di Expected Goals, circa il doppio dell’anno scorso.
Con un Eriksen costantemente in panchina, è Barella il centrocampista dell’Inter con i compiti offensivi più importanti. Fin qui sta dando un contributo importante alla rifinitura nerazzurra, come abbiamo visto nelle statistiche. Questa sua nuova posizione sta mostrando qualità del giocatore che avevamo forse sottovalutato, come le grandi lettura senza palla nella trequarti avversaria. La crescita con Conte è evidente, era probabilmente l’allenatore giusto per fare esplodere un Barella che oggi è tra le principali certezze dell’Inter.