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Inter, Ausilio ammette: «A lungo dietro Gabriel Jesus, ma voleva Guardiola»

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Il ds dell’Inter, in una lunga intervista, ha analizzato il suo percorso con i nerazzurri in questi ultimi intensi anni

Il percorso di rinascita dell’Inter è stato caratterizzato in questi anni da numerosi alti e bassi, poca costanza di rendimento e ben tre cambi di proprietà. Ora la società nerazzurra sembra aver trovato una certa stabilità societaria ed economica, con l’uscita definita dal FFP prevista al termine di questa stagione.

Piero Ausilio, tra interessanti manovre di mercato e qualche errore di valutazione, ha ripercorso i momenti salienti di questa sua avventura a Milano, a partire da uno dei più grandi rimpianti di mercato interisti. Queste le sue parole rilasciate in un’intervista a Sky Sport: «Abbiamo trattato Gabriel Jesus per un mese, la nostra offerta era anche superiore a quella del Manchester City. Il Palmeiras preferiva venderlo a noi. Poi il ragazzo, tramite i propri agenti, ci fece sapere che voleva giocare per Guardiola» una scelta probabilmente comprensibile all’epoca, viste le cattive acque in cui viaggiava l’Inter.

Il ds ha poi virato il discorso sulla ricca cessione di Kovacic al Real Madrid: «A differenza di Coutinho, abbiamo sacrificato Mateo per motivi economici, dal momento che stavamo attraversando una situazione oggettivamente difficile. Oltre ai 40 milioni della cessione l’Inter ha poi incassato una serie di premi grazie alle vittorie del Real. Nella finale di Milano del 2016 eravamo tutti a tifare Real».

Parole anche sulla breve avventura di Walter Sabatini: «Lui è un direttore sportivo di mestiere. Dunque, quando è arrivato, ho chiesto subito alla proprietà un chiarimento su quelle che dovevano essere le nostre posizioni. La società mi ha dimostrato tutto il suo appoggio, oltre che dalle parole, anche con un rinnovo di contratto di tre anni. Inoltre conoscevo bene Walter, avevamo stima reciproca e dunque ci siamo trovati bene fin da subito».

Infine, due parole anche per Moratti e Thohir: «Ringrazierò Moratti per tutta la vita, perché non solo mi ha dato l’opportunità di entrare nell’Inter e di crescere. Thohir? Con lui ho cominciato nel 2014, aveva un obiettivo su tutti: vivere all’interno dell’Inter nel pieno del Fair Play Finanziario. Quindi cercare pian piano di portare i bilanci a essere il più possibile sostenibili, anche perché il contrario non era più permesso».

 

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