Editoriale
Insigne bye bye: dalla tempistica allo champagne, è tutto sbagliato
Lorenzo Insigne lascerà a giugno il Napoli per sposare il progetto Toronto FC: ecco perché è tutto sbagliato in questa assurda storia
Sembrava incredibile e invece adesso è realtà: Lorenzo Insigne ha firmato in tutta fretta il sontuoso contratto che lo legherà al Toronto FC. Uno dei giocatori migliori del panorama italiano decide di lasciare il calcio che conta per trasferirsi nella Major League Soccer e diventare uno tra gli sportivi nazionali più pagati di sempre.
Sulla prospettiva di adagiarsi al pensiero di una pensione dorata ci eravamo già espressi criticamente. E d’altro canto anche il predecessore Seba Giovinco aveva messo in guardia il napoletano sul pericolo di finire fuori dai radar.
Eppure nulla è stato sufficiente per trattenere Insigne, il quale ieri ha incontrato gli emissari del club canadese per chiudere la trattativa e apporre la sua sigla. Un momento ripreso persino dalle telecamere, con tanto di champagne a suggellare l’accordo.
Ecco, insomma, a due giorni dalla cruciale sfida contro la Juventus non proprio l’idea del secolo. Anche e soprattutto per il momento delicato in casa Napoli: dai contagi covid agli infortunati, passando per una classifica che si è fatta deficitaria nel mese di dicembre.
Dal loro simbolo, i tifosi azzurri avrebbero meritato ben altro comportamento. Se il trasferimento in Ontario potrà essere romanticamente spacciato come espressione del desiderio di non voler indossare altra casacca italiana all’infuori di quella napoletana, senza dubbio tempistiche e modalità avrebbero potuto e dovuto essere differenti. O per lo meno un minimo di riservatezza in più sarebbe stata gradita.
Dunque il divorzio si consumerà in un lento stillicidio che durerà i prossimi sei mesi. E così per l’ennesima volta Luciano Spalletti perderà il capitano della sua squadra. Dopo la traumatica diatriba con Totti a Roma e la grottesca vicenda Icardi ai tempi nerazzurri, ecco completarsi il particolare “triplete” del tecnico di Certaldo. Bene, ma non benissimo.