2017
Napoli, la tripla doppia di Lorenzo Insigne
Il talento partenopeo è letteralmente scatenato: genio e concretezza di Lorenzo Insigne
Nel giorno in cui il mondo dello sport celebra lo strepitoso record individuale centrato da Russell Westbrook in NBA, che con la sua quarantaduesima tripla doppia stagionale – statistica che nella pallacanestro segnala il numero di punti, rimbalzi ed assist firmati in una gara – abbatte il primato di Oscar Robertson (imbattuto dalla stagione 1961-62) e si prende la storia del basket americano, nel calcio nostrano il Napoli si gode le perle del suo gioiello: Lorenzo Insigne è parte della risposta partenopea al fragoroso addio di Gonzalo Higuain, un po’ come lo stesso Westbrook ha scelto di salutare la discussa partenza di Kevin Durant, che ha scelto di inseguire il successo lì dove il traguardo era già stato raggiunto e gli sembrava più alla portata. Il parallelo serve esclusivamente a celebrare i numeri di Lorenzo Insigne, nella sua stagione dei record: la sua tripla doppia non farà altrettanto rumore ma lo consacra, collocandolo definitivamente tra i talenti più in vista del panorama italiano ed internazionale.
16 gol stagionali: mai così tanto Insigne
A risaltare sono i 14 siglati in campionato: è palesemente il suo record in carriera, fattore che ne perfeziona il completamento, la capitalizzazione di una traiettoria di crescita costante. Nessuno ha mai avanzato dubbi sul suo talento: sì invece sulla concretezza del suo estro, spesso limitato ad una visione poco redditizia del tutto. Lorenzo Insigne invece, fatta eccezione per il compagno di squadra Mertens (impiegato però da riferimento offensivo per gran parte della stagione, al fine di ovviare al pesante infortunio occorso ad Arkadiusz Milik), è con 14 reti il primo non centravanti nella classifica marcatori della Serie A 2016-17. Avanti a lui i soli Belotti, Dzeko, Higuain, appunto Mertens, Icardi ed Immobile. Tutti centravanti tipici, classici, i numeri nove di un tempo. L’incontro con Maurizio Sarri ha giovato anche a lui: il Napoli, di fatto per l’intera stagione priva di un centravanti di ruolo, vanta l’attacco più prolifico della categoria con 72 gol in 31 partite, all’eccellente media di 2.32 gol a gara. In Europa hanno fatto meglio soltanto Monaco, Barcellona e Real Madrid in valori assoluti, in media anche il Bayern Monaco: giusto per darvi l’idea di quale sia in tal senso la concorrenza del Napoli. L’orchestra partenopea esalta il collettivo tanto quanto le migliori espressioni individuali: il direttore Maurizio Sarri è secondo a pochi nel non perdere di vista la prestazione corale senza che la stessa tarpi le ali del genio individuale.
10 assist: l’altra specialità di casa Insigne
Sette serviti in campionato, gli altri tre in Coppa Italia: Insigne ha scelto di non farsi mancare nulla. Il Napoli sarà presto – alla prossima rete di Callejon – l’unica squadra della Serie A ad aver mandato in doppia cifra realizzativa ben quattro calciatori: Mertens (20), Insigne (14), Hamsik (11) ed appunto Callejon, al momento a quota nove. Le trame di gioco della banda Sarri, tipiche del calcetto o addirittura di un ristrettissimo campo di basket, impongono una tela di passaggi che sfocia molto spesso nell’assist finale: ne sono testimonianza le statistiche di attaccanti che brillano sia in chiave realizzativa che nell’assistenza al compagno. Piedi buoni, tutti, capacità di smarcarsi e di aggredire gli spazi che prima o poi ogni avversario è costretto a lasciarti, il Napoli si trova nelle praterie del campo perché il campo stesso lo restringe. Lo fa diventare più piccolo. La squadra di Sarri si trova perché sceglie di farlo dal primo all’ultimo istante di ogni gara ed è conseguentemente in grado di aderire al suo elevato obiettivo: non spreca un pallone, meglio affidarlo al compagno più vicino. Che puntualmente sarà a disposizione per riceverlo. E’ un modello ad alto rischio che – come più volte capitato – ti castiga al primo errore: è però quello scelto da Sarri per minimizzare il gap con la Juventus e presto contenderle lo scudetto fino all’ultimo respiro.
11, le reti realizzate in trasferta: Insigne, che personalità!
E’ per certi versi il dato più singolare: nessuno in Italia segna quanto Insigne lontano dal proprio impianto. Ecco in ordine le sue reti in trasferta: Udinese (2), Fiorentina, Milan, Bologna, Chievo, Empoli (2), Lazio (2). Dieci, più l’undicesima messa a segno nel tempio del Real Madrid, quel Bernabeu che aveva gelato con il capolavoro in avvio di partita. Ah, perché poi vallo a trovare un suo gol banale: tutti o quasi di incredibile quanto rara fattura tecnica, vi sfidiamo ad appurarlo. Questa statistica è il volo di Lorenzo Insigne: reti splendide segnate lontano dal San Paolo, in momenti chiave delle partite e della complessa stagione partenopea, da ultimo ieri all’Olimpico nello scontro diretto Champions con gli uomini di Inzaghi, carichi a pallettoni dopo l’eliminazione di Coppa Italia inflitta alla Roma ma annichiliti dal dominio qualitativo del Napoli. Insigne oggi è una star: classe ’91, nel pieno dell’evoluzione della sua carriera, ha strumenti e carte in regola per vivere un quinquennio da urlo. Quello che può consacrarlo. Le stagioni del raccolto, così potrà rispondere a Dybala quando lo accusa di non aver vinto nulla. Mister Sarri non lo scambierebbe neanche con il fuoriclasse bianconero, chiari e forti in tal senso gli attestati di stima espressi ieri nel post-partita dell’Olimpico. Ma è tutta Napoli a tenerselo stretto: ad incrociare le dita affinché il nodo legato al rinnovo contrattuale possa presto essere sciolto. Il suo e quello del suo gemello belga. Napoli ed Insigne, la storia infinita: magari, presto, con la 10 sulle spalle.
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