2017
Inglese: «Via dal Chievo? Non ci ho mai pensato. Maran…»
Roberto Inglese, il Chievo e la consacrazione: «Devo ringraziare Maran. La nazionale? Emozionante, un’esperienza formativa»
Forse è esploso con qualche anno di ritardo, ma sta recuperando il tempo perduto a forza di gol e di prestazioni positive. Di lui si è accorto soprattutto il ct Gian Piero Ventura che lo ha voluto con sé per uno stage azzurro. Ma Roberto Inglese, per ora, pensa solo a far bene con il suo Chievo e a «crescere giorno per giorno senza mai perdere la voglia di imparare». Rolando Maran, il suo mentore, poco incline a parlare dei singoli per Roberto fa un’eccezione: «Ha qualità tecniche eccellenti con ampi margini di miglioramento. Sarà uno degli attaccanti italiani più forti del futuro e cosa più importante di tutte è un ragazzo semplice, maturo con solide doti morali».
RAPPORTO DI FIDUCIA – Maran ha grande stima di Inglese: «Lo ringrazio, gli devo molto. Nell’estate 2015 ero reduce dal prestito biennale con il Carpi: avevamo appena conquistato la Serie A, ma avevo giocato poco. Tornai al Chievo e pensavo di dover partire per un’altra destinazione e invece Maran mi ha voluto valutare durante la preparazione e poi ha deciso di tenermi con sé. Lui è stato il primo a credere nel sottoscritto». Da lì in poi la crescita, come ha raccontato Inglese a “Tuttosport”: «Un giocatore normale come sono io ha bisogno di imparare e di capire in fretta ogni situazione. Lavorando sodo e applicandomi, mi sono accorto di aver migliorato qualcosa mese dopo mese, anno dopo anno. Fondamentale è stata la fiducia del mio attuale tecnico, altri allenatori non hanno fatto lo stesso. Evidentemente prima non ero pronto come adesso…».
SCONOSCIUTI CERCASI – Quest’anno stanno emergendo parecchi giovani come lei. «Normalmente gli italiani sono abituati a fare gavetta e a sottoporsi alla trafila nelle categorie inferiori. Adesso forse esistono possibilità di farsi notare da subito anche in Serie A. Naturalmente poi spetta al singolo atleta sfruttare ogni occasione. Fino a non molto tempo fa era difficile già partecipare al ritiro estivo». In questa stagione ha pure conosciuto la Nazionale… «Che emozione quando ho varcato i cancelli di Coverciano… una soddisfazione immensa. Ho conosciuto tanti ragazzi bravissimi, entusiasti come me di vestire l’azzurro anche se solo per uno stage. Ventura è stato prodigo di consigli e ci ha indicato uno scopo: Petagna ne è l’esempio. Quest’esperienza è stata formativa anche perché se uno di noi avrà la fortuna di essere chiamato in Nazionale parte dal fatto di sapere già i concetti del gioco praticato dal ct».
MARGINI DI MIGLIORAMENTO – Ma dove deve ancora crescere Bobby English (così è soprannominato Inglese dai tifosi clivensi)? «Primo: nella consapevolezza in me stesso, cioè nell’autostima. Secondo: attaccare meglio la porta avversaria e migliorare in fase difensiva. Terzo: segnare più gol, per il bene del Chievo. Quello del centravanti è il mestiere più bello e più brutto del calcio. Quando non riesci a centrare il bersaglio spesso prendono la parola signori che non capiscono nulla di pallone e vanno giù pesante. Poi magari segni, gli stessi signori ti osannano e tutto il resto che fai in campo non conta più. Ci vorrebbe più equilibrio nei giudizi. E conoscenza». Inglese è già finito nel giro del mercato, con Torino e Samp sulle sue tracce: «A me le voci non disturbano. Mancano nove partite al termine del campionato e io, come i miei compagni, dobbiamo solo pensare a ciò che di buono abbiamo fatto finora, lavorando, se possibile, ancora di più. Io via dal Chievo? Non ci ho mai pensato. Qui è un ambiente calcistico e familiare. Puoi parlare di tutto, affrontare i tuoi problemi non solo di calcio e sai che c’è chi ti ascolta e chi ti vuole aiutare. E i compagni sono perfetti. Con Cacciatore passo 20 ore su 24. E non c’è distinzione tra giovani ed esperti. Per esempio Dainelli e Sorrentino sono persone eccezionali».