Editoriale
Milan senza Tomori (e Kjaer): la bontà delle idee conta più degli uomini
L’infortunio di Tomori ha gettato nello sconforto la famiglia Milan ma la storia insegna che le idee valgono spesso più dei giocatori
Senza dubbio una piccola, grande mazzata per il Milan il nuovo infortunio subito da Fikayo Tomori. L’operazione immediata al menisco del ginocchio sinistro terrà fuori l’inglese per circa un mesetto dai campi di gioco.
Un periodo non particolarmente lungo, sia chiaro, anche perché andrà a coincidere con la sosta di fine gennaio in questo caso più che benedetta per Pioli e la sua squadra. Resta però l’enorme inquietudine legata a due delle partite che i rossoneri dovranno affrontare senza il loro pilastro difensivo. Perché successivamente alla comoda, sulla carta, sfida di lunedì contro lo Spezia, all’orizzonte della Serie A si stagliano i big match contro la Juventus e, soprattutto, al cospetto dell’Inter.
Sfide che potrebbero anche segnare in maniera indelebile la corsa Scudetto, a maggior ragione se i nerazzurri di Simone Inzaghi non perderanno colpi nel difficilissimo incrocio di Bergamo.
Ma i tifosi milanisti dovrebbero però riflettere su quel che è stato il percorso negli ultimi due anni e non disperare. Anzi, tutt’altro. La forza delle idee che ha messo sul piatto il Diavolo nel suo clamoroso percorso di crescita vale infatti molto di più rispetto agli interpreti.
Merito del tecnico e del suo staff, prima di chiunque altro, straordinari nell’impostare un impianto di gioco chiaro e limpido. Ogni giocatore ben conosce i propri compiti e sa perfettamente come svolgerli.
Certo, l’assenza di Tomori si unisce a quella, purtroppo definitiva, di Kjaer. Ed è questo probabilmente l’aspetto che più deve preoccupare. Ma i vari Romagnoli, Gabbia e Kalulu hanno dimostrato affidabilità nel contesto di un sistema che funziona. E, checché ne dica Maldini, magari dal calciomercato arriverà un primo soccorso. Con la consapevolezza, però, che nulla più delle idee valgano anche in chiave Scudetto.