2014
Infografica Conte, non dare i numeri! Il confronto economico tra Juve e Napoli
Campagne acquisti, fatturati e monte ingaggi: la guerra dei numeri tra Juventus e Napoli
SERIE A JUVENTUS NAPOLI – Caro Antonio Conte, questa volta una tiratina d’orecchie la meriti. Non ho fatto in tempo ad elogiarti e prostrarmi ai tuoi piedi per gli incredibili risultati sportivi del tuo triennio alla guida della Juventus che mi fai compiere un passettino indietro. Nel post Napoli-Juventus non sei stato credibile: la delusione di una sconfitta ci può stare, ma saper vincere è un pregio importante almeno quanto quello di saper perdere.
CAPITOLO 1: MERCATO – Numeri buttati a caso quelli del tecnico bianconero. E’ vero che il Napoli ha investito – tra sessione estiva ed invernale di calciomercato per la stagione 2013-14 – cento milioni di euro ma sottovalutare, o meglio neanche pronunciare, il dato relativo alle cessioni sa di malafede. Ed allora facciamo chiarezza: il club partenopeo ha incassato ben 70 milioni di proventi dal capitolo vendite, su tutte quella di Cavani al Psg corroborata da altre operazioni minori in uscita, vedi De Sanctis alla Roma, Santana al Genoa e la restante metà di Cigarini all’Atalanta. Dunque il saldo netto è pari a 30 milioni di euro ed è questo quanto investito dal Napoli nella recente campagna acquisti: cifra peraltro pari al tesoretto Champions, indice inequivocabile della circostanza per cui il Napoli spende soltanto quello che incassa senza ricorrere ad immissioni di capitali da parte della proprietà. Il mercato Juve è in attivo: 32 i milioni investiti, 37 quelli entrati grazie alle cessioni di Matri e Giaccherini oltre ad operazioni in comproprietà, vedi su tutte Marrone, Zaza e Gabbiadini. Al netto del bonus di oltre quattro milioni da concedere al Manchester City per il rendimento di Carlos Tevez.
CAPITOLO 2: FATTURATI – Innanzitutto chiariamo sul significato della voce: il fatturato di una società non è altro che l’insieme dei suoi ricavi, fatta eccezione proprio per il saldo delle operazioni di calciomercato. Ricavi che per un club sportivo si traducono essenzialmente in diritti tv, proventi da partecipazioni a coppe internazionali, settore commerciale e ricavi da stadio. Questi ultimi due elementi sono strettamente correlati perché per ricavi da stadio si intende anche l’indotto delle attività economiche che possono essere avviate in un impianto di proprietà. Tornando specificamente al confronto tra Juventus e Napoli, i bianconeri fatturano 275 milioni di euro nell’ultima annata di riferimento mentre i partenopei si fermano a 120: di fatto più del doppio, l’indice è particolarmente rilevante perché, catturato a livello internazionale, ci racconta come siano proprio i club che godono di un fatturato elevato a vincere più degli altri. Conte in tal senso se la prese anche con il Bayern Monaco – reo di vincere solo perché terzo fatturato mondiale, 431 milioni, il primato spetta a Real Madrid e Barcellona rispettivamente con 518 e 482 – ma dimentica in tal senso che, in territorio italiano, è proprio la sua Juve a fare la voce del padrone. Meritatamente, s’intende. Che sia l’ennesimo tentativo per tenere sulla corda la sua società in vista della prossima campagna acquisti?
CAPITOLO 3: INGAGGI E SALDO TRIENNALE MERCATO – Ingaggi che, parliamoci chiaro, sono il reale indicatore del valore di una squadra. Più fatturi e più puoi elevare il livello del tuo monte ingaggi. Che tradotto per chi fatica a masticare termini economici sta a significare: più incassi e più puoi permetterti di pagare giocatori di livello alto. La Juventus concede ai suoi calciatori un monte ingaggi lordo pari a 115 milioni di euro – il primo in Serie A – e pari al 41.81% del suo fatturato (275), il Napoli spende 74 milioni per i suoi ingaggi realizzando l’enorme sforzo del 61.66% sempre in relazione al suo fatturato (120). E nonostante tutto riesce a chiudere il bilancio in attivo – è sempre stato così nell’era De Laurentiis – come invece non accade dalle parti di Torino. Altro che spese inferiori negli ultimi tre anni: è proprio il triennio citato da Conte ad inchiodarlo, con la Juve che ha investito sul mercato un saldo netto di 120 milioni (-80 milioni nell’estate del 2011, -45 nel 2012 e +5 nel 2013) ed il Napoli 75 (-48 milioni nell’estate del 2011, +3 nel 2012 e -30 nel 2013).
CAPITOLO 4: IL CAMPO – In conclusione portiamo tutto sul campo: Conte è un fenomeno di allenatore perché è vero che chi gode dei ricavi più alti ha maggiori possibilità di successo ma questa non è una legge e come pochi al mondo il tecnico pugliese sa trasmettere alla squadra fame, motivazioni, mentalità e gioco per dominare gli avversari. Resta l’obiettivo dell’affermazione internazionale. E’ meno bravo – o in malafede, o in chiave opportunistica – nella lettura dei numeri: il Napoli ha tanta strada da percorrere nella ricerca di un fatturato che quantomeno riduca le distanze dai top club (anche italiani, ricavi Milan ed Inter rispettivamente 276 e 176 milioni) in modo tale da esaltare le capacità gestionali messe in mostra e crearsi, autofinanziandola, una struttura in grado di competere stabilmente nel medio-lungo periodo.