Buffon, un fiume di incoerenza: prima il Var era da «accogliere», dopo il Genoa è già «brutto» - Calcio News 24
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2017

Buffon, un fiume di incoerenza: prima il Var era da «accogliere», dopo il Genoa è già «brutto»

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buffon genoa juve agosto 2017

In una settimana le idee di Buffon sul Var si son già completamente ribaltate: prima era da «accogliere», ora è già diventato «brutto». Ecco perché il portiere della Juve a Marassi ha esagerato

«Una nuova stagione è cominciata. Unica: come tante, più di tutte. C’è la determinazione a ripetersi, per la settima volta. C’è la voglia di dimenticare il passato e di vivere al massimo questo presente. Ci sono tanti nuovi compagni. E c’è una nuova tecnologia, da accogliere senza paure». Parole e musica di Gigi Buffon, che subito dopo l’esordio in campionato contro il Cagliari aveva postato su Instagram, facendo il punto sulla sua Juve e sulle novità della stagione appena iniziata. Soffermandosi anche sul Var, una tecnologia da accogliere senza paure. A distanza di sette giorni però, ma soprattutto dopo appena due partite, le opinioni sono già state stravolte.

E Buffon, seppur con somma pacatezza e con lucidità, dopo la partita contro il Genoa ha utilizzato parole molto forti per definire il Var e l’utilizzo da parte degli arbitri: «Il Var non mi piace, se ne sta facendo un uso spropositato e sbagliato. Parto dal presupposto che bisogna liberare gli arbitri dal mostro, anche per poter valutare serenamente la bravura di un direttore di gara che si deve prendere la responsabilità delle decisioni in base alle percezioni del campo. Secondo me si sta facendo un uso spropositato del Var, sbagliato. Si diceva che andava utilizzato con parsimonia, in modo giusto e utile. E invece così sembra di giocare a pallanuoto, è qualcosa di molto brutto. Anche perché nel calcio non tutti i contatti sono da rigore. Lo dico mio malgrado, da portiere di una squadra che vince e attacca spesso, quindi mi do la zappa sui piedi. Lo scorso campionato abbiamo avuto tre rigori a favore, quest’anno arriveremo a 55, ma questo non è più calcio, diventa pallone da laboratorio. Tra l’altro in questo modo non conosceremo mai l’effettivo valore di un arbitro: se fossimo tutti più sereni, obiettivi e accettassimo gli errori, vivremo con più umanità tutti i risultati».

In sette giorni è già cambiato il mondo intorno a Gigi

Ecco, ognuno è libero di poter esprimere sempre le proprie opinioni, con i toni e le maniere giuste e senza mai perdere il contatto con la realtà. Buffon è stato lucido nell’esprimere alcuni concetti, ma tremendamente incoerente. Dopo due partite (e appena tre episodi fra Cagliari e Genoa oggetto di verifiche video da parte di Maresca prima e di Banti poi) uno come lui, un giocatore del suo spessore tecnico e morale, avrebbe dovuto essere più cauto nei confronti del Var, che dopo due giornate è ancora, inevitabilmente, un vero e proprio cantiere aperto. L’inversione di rotta del portiere della Juve dal dopo gara contro il Cagliari a quello contro il Genoa non ha convinto del tutto.

Perché è vero che Buffon ha analizzato una situazione che ha penalizzato di più la propria squadra rispetto ad averla favorita, è altrettanto vero che diventa difficile riconoscere credibilità nelle sue parole quando appena una settimana fa i giudizi erano diametralmente opposti. Serviva equilibrio e Buffon, correttissimo in campo ed educatissimo anche di fronte ai microfoni, lo ha perso troppo presto. Vuoi per l’adrenalina della partita appena terminata a Marassi, vuoi per i due rigori avuti contro nelle prime due gare. Aspetto che, per gran parte dei giocatori di grandissime squadre (e non solo per quelli della Juve, sia chiaro!), è sempre molto difficile da mandar giù con il sorriso. Perché il Var è da accogliere, ma soprattutto da conoscere. E serve pazienza, tanta pazienza, perché nella strada imboccata per rendere il calcio meno oggetto di errori grossolani non si può più tornare indietro.

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