2015

Incidenti a Roma, parla il Questore: «Morti non ne vogliamo»

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D’Angelo: «Preferisco lattine in più e segni sul muro, piuttosto che azioni folli della polizia»

«La gestione dell’ordine pubblico, contestata da una parte della stampa e, soprattutto dal Sindaco, mi ha portato ad indire una conferenza stampa». Nicolò D’Angelo, questore di Roma, è intervenuto in conferenza, per fare chiarezza sugli episodi vergognosi accaduti ieri in Piazza di Spagna, con il danneggiamento della Fontana del Bernini da parte di 500 hooligans olandesi.

I FATTI – «Antefatto: noi – prosegue D’Angelo – abbiamo una partita di Europa League, una serie di contatti con la polizia olandese, le cui informazioni sono state più volte, per ovvie ragioni, in corso d’opera cambiate. Un gruppo di tifosi del Feyenoord – e siamo in possesso di 10 ore di telecamere – che potevano essere tra i 200 e i 600, sarebbe transitato su Roma via Bruxelles. Il transito in territorio comunitario è libero, nessuno può vietare niente. Dopo questo, ritenendo un incontro e una tifoseria a rischio, abbiamo impegnato, fra centro storico e zona stadio, 1800 uomini. Non abbiamo sottovalutato la criticità nè nascosto, in malafede, la nostra preoccupazione. Di questi 1800 uomini, nel pomeriggio 600 sono stati impegnati nel centro storico, disposti in vari contingenti, a difesa di momumenti, chiese e palazzi istituzionali. Avevano il compito di controllare il gruppo di tifosi olandesi, a cui non poteva essere impedito il transito nel centro storico di Roma. Una delle criticità presentate alla polizia era legata al fatto che questi si muovevano in corteo per raggiungere lo stadio, e qui è nato il dilemma: autorizziamo il corteo fino allo stadio? E con quale controllo? Un eventuale contatto tra le due tifoserie avrebbe innescato reazioni difficilmente controllabili, per cui abbiamo impedito loro la possibilità di arrivare in corteo allo stadio. Sarebbero stati scortati, con mezzi e uomini della polizia, dei carabienieri e della finanza. Per di più, la sera prima abbiamo girato ovunque, setacciando la città. Abbiamo imposto la non vendita di alcol: la normativa vigente prevede che supermercati, bed&brekfast non fossero sottoposti a questo tipo di provvedimento. Molto probabilmente, però, fatta la legge trovato l’inganno. Ma abbiamo messo in conto questo: alla prima rissa, scoppiata in Campo de’ Fiori, eravamo dietro l’angolo e abbiamo arrestato 23 tifosi olandesi, portando in Questura, in totale, 40 persone. Abbiamo battuto tutti i marciapiedi del centro storico, altre criticità non ci sono state. Qualcuno ci ha contestato e ci chiede perché non abbiamo chiuso Piazza di Spagna: avremmo dovuto chiudere tutto il centro storico, di fatto. Questo, in soldoni, significa che la mattina c’è stato un flusso continuo di arrivi e partenze: lì il maggior numero di stranieri s’è radunato. Abbiamo presidiato la piazza dalle prime ore: non lo dico io, a parlare sono i filmati. Abbiamo fatto una scelta di campo, strategica e militare, non potendo girare con il manganello alla mano e minacciando i tifosi del Feyenoord. Abbiamo cinturato la piazza, assistendo ad un degrado urbano: qualcuno chiede perché non siamo intervenuti. Semplice: noi abbiamo ritenuto di monitorare la situazione allo scopo di intervenire massicciamente per motivi non giustificati (degrado), accendendo una miccia spaventosa. In quella piazza, nell’orario clou, ci sono asili e bambini (Sacro Cuore, San Giuseppe, la metro con turisti) e avremmo creato un problema enorme. Abbiamo protetto la piazza e la gente: una volta svuotata la piazza, piano piano li abbiamo spinti sino all’inizio di Via del Babbuino, perché il gruppo aveva deciso di mettersi in Corteo comunque. Questa è la nostra mentalità: morti non ne vogliamo. Preferisco sporcizia, lattine e anche segni sul muro: bisogna operare con la testa in certi casi».

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