2014
Il Torino vince di rigore
La formazione di Ventura “vendica” la svista dell’andata e vince grazie ad un rigore inventato da Tagliavento
Torino-Atalanta è stata la gara della “vendetta” ma anche della follia. Vendetta perché se all’andata i bergamaschi uscirono dallo stadio Atleti d’Italia con tre punti grazie ad errori arbitrali , questa volta sono i granata a portare a casa bottino pieno grazie ad un’altra svista. Una specie di risarcimento involontario a distanza di un girone. Il rigore decisivo trasformato da Cerci è stato clamorosamente ribaltato: da carica sul numero uno nerazzurro a tiro dagli undici metri per “l’untore”. Poco male: d’altronde, come spesso si dice, a fine campionato «torti e favori si riequilibrano». Per quanto riguarda la follia, oltre a quella di Tagliavento, colto dal “raptus del cartellino facile”, allo stadio Olimpico i tifosi hanno assistito ad una gara che, dopo 70 minuti di sonnolenza, s’è trasformata improvvisamente in una sfida da cardiopalma.
Entrambi gli allenatori, al fischio d’inizio, stupiscono: Ventura si gioca la arta El Kaddouri dietro le punte testando un modulo super-offensivo che non stravolge troppo il suo classico 3-5-2 mentre Colantuono lascia in panchina i due attaccanti titolari, Denis e Moralez, per dare spazio all’ectoplasmatica coppia formata da Brienza e Livaja. Il primo tempo trascorre senza troppi pericoli né da una parte né dall’altra con i padroni di casa aggrappati al solito Cerci a cui dopo tre minuti viene giustamente annullato un gol in offside. Lo stesso ex viola, tra il 25’ e il 39’, crea tre occasioni da rete: prima calcia debolmente in bocca a Consigli dai 25 metri poi, un minuto dopo, crea il panico in area avversaria con un tiro-cross spazzato da Yepes in rovesciata ed infine si fa deviare in angolo una velenosa punizione.
La ripresa è una giostra di emozioni continue. Il primo giro lo offre Denis che al 13’, sessanta secondi dopo il suo ingresso, non arriva per un soffio sul cross rasoterra di Bonaventura a tu per tu con Padelli. Un minuto dopo il pata-trac: Cerci si avventa su una palombella lanciata dal centro del campo e travolge Consigli, abile a respingere con i pugni. L’impatto tra i due è violentissimo ed in teoria, regolamento alla mano, sarebbe carica sul portiere. Ma Tagliavento la vede diversamente e assegna il tiro dagli undici metri che l’Henry di Valmontone trasforma firmando il suo decimo gol stagionale dopo un’astinenza che durava dal 22 dicembre. Da lì in poi è il caos, tatticamente parlando. Cerci è costretto ad abbandonare il campo per un dolore alla schiena e gli schemi saltano: l’Atalanta si getta in avanti alla ricerca del pareggio, mentre i padroni di casa ribattono in contropiede cercando il raddoppio “ammazza-avversari”.
Ne viene fuori una partita senza respiro. Al 20’ la punizione di Denis viene deviata in angolo, al 22’ Padelli blocca a terra un diagonale di Brienza, al 26’ Stendardo sfiora l’incrocio dei pali con colpo di testa da cacio d’angolo, al 32’ lo stesso attaccante argentino costringe Padelli a smanacciare in angolo un velenosissimo colpo di testa indirizzato all’incrocio dei pali mentre al 42’ Brivio sfiora la traversa dai 30 metri. Lo stesso difensore atalantino abbatte Darmian in area: rigore ed espulsione. Peccato che Immobile, in giornata no, si fa parare il tiro da Consigli che tiene a galla i suoi aumentando l’agonia granata. La sfida si chiude con tre altrettanto clamorose occasioni: due sui piedi di Meggiorini (una salvata da Consigli e l’altra da Carmona in scivolata) e una sulla testa di Yepes, che sfiora la traversa. Finisce 1-0 per il Toro che “vendica”, con un girone di ritardo, la svista di Bergamo. La squadra di Colantuono, invece, conferma la sua scarsa verve fuoricasa perdendo l’ennesima sfida. D’altronde se Bonaventura e i suoi hanno conquistato un punto soltanto nelle ultime sette trasferte ci sarà un perchè.