2018

Il sottosegretario Giorgetti: «Riforme subito o interveniamo noi»

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Le parole di Giorgetti sulle prossime elezioni FIGC e delle riforme che attendono il calcio italiano nei prossimi anni

Giancarlo Giorgetti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport, ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport per parlare ad ampio raggio di ciò che riguarda il mondo del calcio italiano. Giorgetti nel corso dell’intervista ha parlato della sua passione per il Southampton ma anche dei cambiamenti che attendono le istituzioni sportive: «Ho cresciuto mio fratello, che è più giovane di me di quindici anni, a calcio e Southampton. La maglia a due anni, e poi a quattro, a dieci. I Saints erano stati la mia scelta a Subbuteo, un legame che nel tempo è diventato indissolubile, definitivo. Ho una passione quasi adolescenziale per i Saints, credo di aver visto sul posto non meno di 40 partite, l’ultima tre settimane fa, e ho frequentato tutti gli stadi inglesi ad eccezione di quello dell’Everton, Goodison Park. Il calcio inglese offre molti spunti di riflessione».

Giorgetti ha spiegato cosa si potrebbe traslare dal calcio inglese: «Il controllo dell’accesso alla proprietà di un club. L’FA ha regole precise ed è inflessibile, pensi soltanto a come è stato trattato Cellino a Leeds. L’hanno sostanzialmente costretto a vendere. Ricordo ancora la manifestazione dei tifosi contro il proprietario italiano. Ecco, anche da noi la selezione alla porta d’ingresso dovrà essere severissima. Sia chiaro, molte altre cose dovranno cambiare. Il Governo è attento e decisamente sensibile allo sport, garantisce l’autonomia alla federcalcio, ma se il sistema non ce la fa da solo è pronto a intervenire».

Conclude infine il sottosegretario con delega allo Sport parlando delle prossime elezioni Figc e delle riforme che attendono il calcio italiano e non solo, a partire dalla riforma della giustizia sportiva e anche della Lega Pro: «Gravina l’ho incontrato, abbiamo parlato, mi ha spiegato che vuole cambiare, ha un programma ambizioso, ma per fare la metà delle cose che ha inserito nel testo occorrerebbero venticinque anni. La riforma della giustizia sportiva è uno dei punti chiave. E lo è anche quella della Lega Pro che così com’è concepita non ha ragione di esistere, non può funzionare, non è sostenibile. E non ne faccio solo una questione economica, ma etica, di moralità».

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