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2013

Il segreto del Verona: rosa lunga, che concorrenza in attacco!

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Gran lavoro da parte del ds Sogliano: il Verona tutto sembra tranne che una neopromossa

SERIE A HELLAS VERONA – Bentegodi inespugnabile e reattività in trasferta: i numeri del Verona di Mandorlini – almeno per quanto concerne il primo scorcio di stagione – sono impressionanti. Tre vittorie su tre tra le mura amiche, il pareggio sul campo di un Torino in forma straripante e la goleada al Dall’Ara di Bologna. Due sole sconfitte: in trasferta sui campi di Roma e Juventus. E ci stanno tutte.

UN ALTRO DATO SIGNIFICATIVO – E’ senz’ombra di dubbio quello dei gol realizzati: in sette giornate di campionato l’Hellas ha segnato più di Lazio ed Udinese, quanto Milan e Fiorentina ed una sola rete in meno rispetto alla Juventus campione d’Italia. Questo aspetto è insindacabile testimonianza di una squadra in salute che riesce a creare gioco e trarne i profitti: in rete i fenomeni Jorginho (3) ed Iturbe (2), poi l’evergreen Luca Toni (3), il difensore goleador Cacciatore (2), il jolly Romulo (1) e le ali Martinho (1) e Gomez (1), le pedine che assicurano alla manovra veronese lo sfogo sulle corsia laterali e l’accelerazione nei momenti di stasi della partita. Dunque un Verona che sa andare in rete in modi differenti e con interpreti numerosi, ben sette già i marcatori di una squadra che punta a far parlare di sé e recitare il ruolo di outsider della medio-alta classifica.

E NON MANCANO LE ALTERNATIVE – Per un club appena saltato nella massima serie calcistica dopo un lungo purgatorio in cadetteria ed inferno in Lega Pro sarebbe stato lecito ipotizzare un organico corto per le esigenze della A. Ed invece centrocampo ed attacco raccontano tutt’altra verità: nel suo ambizioso 4-3-3 Mandorlini può alternare in mediana i vari Jorginho, Romulo, Hallfredsson, Donati e Cirigliano in modo tale da avere completezza di caratteristiche, freschezza e reattività nel settore chiave di ogni squadra. Non se la passa peggio l’attacco: Toni riferimento offensivo con Cacia in alternativa, ecco i quattro esterni offensivi – Iturbe, Martinho, Gomez e Jankovic – in grado di alterare il corso della partite. Una concorrenza spietata per una neopromossa che all’occorrenza può anche contare sui promettenti giovani Sala e Ragatzu. Il direttore sportivo Sean Sogliano ha lavorato impeccabilmente ed il Verona ora può confermare l’orizzonte che sembra essersi aperto.

IL PUNTO DEBOLE – Nessuno se il Verona viene confrontato alle sue dirette concorrenti dell’avvio di stagione, la tenuta difensiva se si vuole già ipotizzare un aggiornamento degli obiettivi: alla difesa manca qualcosa, essenzialmente un leader che possa navigarla nel medio periodo di fronte a squadre più dotate in termini di esperienza e potenziale offensivo. E sicuramente l’ambizioso assetto (decisamente offensivo) sul quale ha optato l’allenatore non aiuta in tal senso: la grande sfida del Verona passa proprio da qui, ossia dal confermare la sua pericolosità compattando l’equilibrio generale. Ad ora è l’assoluta sorpresa del campionato e dopo dodici anni di assenza dalla massima serie è una circostanza che può bastare. Almeno per il momento.

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