2014

Il pupillo di Neymar esploso alla Lazio: Felipe Anderson

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Focus sul giovane centrocampista che sembra essersi ambientato a Roma

LIVE FROM BRAZIL – Succede spesso, nel calcio, di portare in trionfo qualche baby prodigio che ha deliziato le platee con giocate fuori dal comune. A volte la scelta di puntare tutto sui giovani paga, a volte no. Ancora, la pressione mediatica a cui viene sottoposto un calciatore di 18 anni al giorno d’oggi è impressionante. In Italia, poi, la situazione viene amplificata. In Germania, ad esempio, i giovani calciatori di 18, 19, o 20 anni hanno già più esperienza in campionato (e anche in coppe internazionali) rispetto a quella che potrebbe avere un giovane talento italiano. In ogni caso, quando non ci sono soldi, si punta a valorizzare ciò che si trova in casa, o ancora si sceglie di bruciare tutti sul tempo, assicurandosi, ad esempio, un ragazzo che ha firmato il suo primo gol da professionista a 17 anni. È questo il caso della Lazio e di Felipe Anderson, che il 12 febbraio del 2011 andava a segno con la maglia del Santos contro il Noroeste, nel campionato Paulista. Da lì in poi, il brasiliano si sarebbe affermato sempre più. Volendo partire dall’inizio, si può dire che Felipe Anderson Pereira Gomes nasce il 15 aprile del 1993 a Brasilia, in una famiglia povera. Il padre lavora come netturbino, mentre la madre è casalinga e deve badare ai quattro fratelli di Felipe. Il pallone fa le fortune di molti ragazzi, in Brasile, e questo è anche il caso di Felipe Anderson, che a soli 6 anni inizia a giocare con la Companhia de Policia Militar Independente. Il tempo passa e Anderson cambia diverse squadre: Federal Futebol Clube, Recreativo Graminha e infine il Coritiba. Il brasiliano non è ancora maturo, ma si vede subito che ama giocare sulla trequarti, dotato com’è di quel suo fisico esile ma che gli consente di essere rapido. Dribbling, finte e conclusioni potenti fanno da contorno ad un’ottima visione di gioco, che permette a Felipe Anderson di diventare un trequartista sì tecnico, ma che riesce anche a mettere in porta i compagni di squadra.

TRA PELÈ E NEYMAR – È il 2010 quando il Santos ingaggia Felipe Anderson. L’ex club di Pelè nota quel giovane trequartista funambolo ma altrettanto concreto, e punta su di lui per costruire una squadra piena di fenomeni. Felipe Anderson diventa subito capitano delle giovanili del Santos, ma il brasiliano cresce a braccetto con due giocatori che all’epoca veniva considerati il futuro del calcio brasiliano: Neymar e Ganso. Se il primo è riuscito a sfondare, il centrocampista non ha mai lasciato la patria del caffè e della saudade, a causa del ritmo troppo soporifero delle sue giocate. In ogni caso, all’epoca Ganso era considerato come uno dei maggiori talenti del panorama calcistico verdeoro, e Felipe Anderson viene presto accostato a lui, malgrado il giocatore oggi della Lazio sia molto più rapido e concreto del collega. A meno di 18 anni Felipe Anderson veste la maglia del club che fu di ‘O Rei’, facendo capire subito come lui sia un predestinato. Proprio Pelè dirà di lui: «Felipe Anderson è giovane, ha qualità, e carattere, insieme a grandi margini di miglioramento. Ha tutti i requisiti per diventare una stella». L’esordio con la maglia dei Peixe arriva il 6 ottobre del 2010: la partita è Fluminense – Santos della Série A brasiliana, ed è il 90’ quando Felipe Anderson entra in campo al posto di Zè Eduardo. Il primo gol da professionista arriva, come già detto, nel campionato Paulista, contro il Noroeste: Felipe Anderson segna il gol del 2-0. Giocare con Ganso, ma soprattutto con Neymar fa bene al talento di Brasilia: i movimenti in profondità del talento del Barcellona aiutano Felipe Anderson ad esprimere il suo estro e la sua creatività, malgrado non manchino i gol. Parlerà così Neymar del giocatore della Lazio, che al Santos ha anche vestito la maglia numero 10: «Felipe Anderson in campo è il compagno ideale, sa come e dove passarti il pallone. A centrocampo può fare tutto». I media iniziano a parlare più spesso di Felipe Anderson, esaltandone le qualità e attirando sul giocatore tante attenzioni. Sono diversi i club che si interessano a lui, come il Milan, molto attento in Sudamerica, o anche Bayern Monaco e Wolfsburg. Ma la più lesta di tutte le squadre è la Lazio, che sbaraglia la concorrenza.

NELLA CAPITALE – Felipe Anderson diventa ufficialmente un giocatore biancoceleste il 9 luglio del 2013. La Lazio si assicura il calciatore grazie ai quasi 9 milioni di euro versati nelle casse del Santos. Arrivato a Roma, Felipe Anderson viene accolto dal calore dei tifosi, che sperano che il brasiliano possa ripetere le gesta del connazionale Hernanes. Sulla panchina della Lazio siede Petkovic, che lo schiera esterno sinistro nel suo 4-2-3-1. L’esordio con la maglia biancoceleste arriva il 3 ottobre, in Europa League contro il Trabzonspor. In Serie A scende in campo per la prima volta dopo tre giorni, nella partita in casa contro la Fiorentina valida per la 7^ giornata. Bisognerà aspettare il 28 novembre per vedere la prima marcatura del brasiliano con la Lazio, nella partita contro il Legia Varsavia in Europa League. In Serie A il primo gol lo mette a segno il 7 dicembre di questa stagione, nella partita vinta in trasferta contro il Parma: segnerà il gol del 1-2 finale. Tornando alla stagione 2013/14, il brasiliano chiude la stagione con 13 presenze e zero gol in Serie A, 5 presenze e un solo gol in Europa League e 2 presenze in Coppa Italia. Utilizzato poco da Petkovic prima e da Reja dopo, la solfa sembra essere cambiata quest’anno. Stefano Pioli lo schiera prevalentemente sulla sinistra, dal momento che a destra transita un mostro sacro come Candreva. Spesso subentra a partita in corso, ma quando gioca titolare riesce a colpire. È appunto questo il caso della doppietta all’Inter: mandato in campo dal primo minuto, Anderson colpisce dopo neanche 120 secondi: cross dalla sinistra verso il centro dell’area, il brasiliano stoppa a seguire di sinistro e trafigge Handanovic.  La seconda rete arriva al 37’, quando il brasiliano prende palla sulla sinistra di metà campo, arriva in area e rientra sul destro, saltando Juan Jesus con la sua velocità: la conclusione rasoterra sul primo palo non lascia scampo ad Handanovic, che rimane immobile. La Lazio poi pareggerà quella partita, ma di sicuro Felipe Anderson è un gioiello da non sottovalutare. Contro l’Inter, ma anche nelle partite precedenti, Pioli lo aveva schierato anche a destra, vista l’assenza di Candreva, ma quello che dice Neymar è verissimo: il brasiliano a centrocampo può fare tutto, però ha bisogno di continuità. I biancocelesti vogliono l’Europa, e un Felipe Anderson a questi livelli, se costante, potrà aiutare la squadra di Pioli a centrare l’obiettivo.

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