2014
Il pomo della discordia
Derby di Milano sul mercato: Cerci tra Milan ed Inter, serve incredibilmente ad entrambe
Sì, le milanesi fanno bene a contenderselo. Per il valore intrinseco del calciatore e per quanto servirebbe ad entrambe le cause: al Milan che necessita di una pedina sugli esterni in concomitanza della partenza di Honda in direzione Coppa d’Asia, all’Inter che con Roberto Mancini sta stravolgendo l’impianto tattico della breve era Mazzarri.
LO STATO DEI FATTI – Alessio Cerci è ad un passo dal ritorno in Italia e con ogni probabilità dovrebbe accasarsi al Milan, nel complesso di un’operazione che prevede uno scambio di prestiti – della durata di diciotto mesi – con l’Atletico Madrid: sarà Fernando Torres a percorrere la strada inversa, le due società si accolleranno gli ingaggi attualmente riconosciuti ai due calciatori fino al termine della stagione, poi i nuovi accordi validi dal prossimo settembre a patto che al club spagnolo non arrivi un’offerta valida in estate ed allora il tutto si interromperebbe. Con Torres che tornerebbe in Italia e Cerci che si accaserebbe alla sua nuova eventuale squadra. Operazione piuttosto complessa ed intralciata fino alla ratifica delle firme dal forte interesse dell’Inter: i cugini nerazzurri – ed in primissima persona Roberto Mancini – hanno individuato nell’ex esterno del Torino la pedina in grado di aprire il campo ed elevare le ambizioni di un’orchestra irrimediabilmente alla ricerca di rapidità e dinamismo.
COME CAMBIEREBBE IL MILAN – Perfetto per il 4-3-3 di Inzaghi. O meglio, proprio con Cerci il Milan potrebbe definirsi un vero e proprio 4-3-3: è lui la pedina offensiva che può tramutare l’attuale linea offensiva in un tridente che si rispetti, composto da attaccanti – seppur in chiave moderna – rispondenti al ruolo richiesto e non invece da centrocampisti adattati. La momentanea sostituzione di Keisuke Honda, come già anticipato sarà impegnato nell’imminente Coppa d’Asia, è soltanto una scusa: l’approdo di Alessio Cerci non può giocoforza essere interpretato come la classica pezza di riparazione. No. Bensì come il grande colpo offensivo mancato in estate – sarebbe dovuto essere Torres, ma per ragioni ancora poco chiare non si è rivelato neanche parente lontano di un calciatore che avrebbe dovuto alterare gli equilibri – ed ora chiamato a concretizzare la grande rincorsa rossonera: il Diavolo ha (avrebbe) il suo esterno d’attacco, in grado allo stesso tempo di saltare l’uomo e dunque creare superiorità numerica in un breve lasso di tempo ma anche di affermarsi personalmente in chiave realizzativa. Non è accaduto a Madrid, vero, ma le tredici reti dello scorso campionato disputato con la maglia del Torino il più efficace biglietto da visita di un calciatore oramai completo e maturato.
COME CAMBIEREBBE L’INTER – L’allenatore non si preoccupa affatto di richiederlo pubblicamente: nella sua idea di calcio si impone la necessità di esterni d’attacco veloci e prolifici, nell’attuale Inter in tal senso non ne compare uno che sia uno. Mancini ci ha provato prima con Kovacic, poi con Palacio, poi con il giovane Bonazzoli (idea interessante, da rivedere) ed infine alternando a turno Dodò e Nagatomo. Risultati? Nulli. O meglio dannosi, come nel caso del gioiello croato che decentrato dai gangli della manovra nerazzurra perde ogni possibilità di esprimere il suo immenso talento e la sua indispensabile visione di gioco. Cerci l’identikit ideale ma se – come sembra – non arriverà resta una certezza: Thohir e dirigenza un esterno, se non due, lo acquisteranno. Lukas Podolski il profilo individuato: attaccante di grande potenza fisica e di ottima tecnica di base, ha comprovata esperienza internazionale per non soffrire in termini di ambientamento in una nuova realtà calcistica. Qualche giorno per tracciare i primi scenari di mercato: cercasi ali, chiamate a correre e segnare. Cerci pomo della discordia, ma già si lavora per rintracciare le alternative giuste e non lasciarsi trovare impreparati.